Esperienze
Ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia Clinica dello Sviluppo presso l’Università degli Studi di Padova e sono attualmente iscritta alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia a indirizzo sistemico-relazionale, per completare il mio percorso formativo come psicologa clinica e psicoterapeuta.
Mi occupo di supporto psicologico per bambini, adolescenti e adulti. In particolare, fornisco supporto psicologico per accompagnare il bambino o adolescente durante il percorso di crescita, nell’affrontare cambiamenti e avvenimenti di forte impatto emotivo, che possono portare ad un importante disagio psicologico.
Mi occupo inoltre di supportare adulti e giovani adulti in situazioni di difficoltà, che stanno affrontando fasi o eventi di vita carichi di disagio, confusione, tristezza, ansia o stress.
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10 recensioni
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AP
Ho avuto il piacere di conoscere la Dottoressa Cazzin. Ho trovato di fronte a me una persona professionale, seria e competente, pronta ad ascoltare e dotata di grande empatia. Mi sono sentita ascoltata e a mio agio. Il suo accogliermi senza giudizio mi ha fatto sentire libera di aprirmi ed esprimermi.
CF
ho affrontato un brutto periodo e mi è stata consigliata Carlotta come psicologa, mi sono trovata sin da subito bene con lei e spero di continuare a vederci.
AB
Pochi professionisti sanno mettere a proprio agio come la Dott.ssa Cazzin: empatica, attenta e sensibile saprá sicuramente accogliere l’incertezza e la sofferenza con enorme tatto, rispetto e professionalità.
Alice
La Dott.ssa Cazzin è una professionista preparata e competente, capace di ascoltare e venire incontro ai bisogni dell'altra persona. Ti fa sentire accolta e compresa.
LM
Ho avuto il piacere di tenere un incontro con la Dott.ssa Carlotta Cazzin, la quale si è dimostrata subito molto disponibile e professionale, dimostrando empatia e grande conoscenza nel suo campo di studi, facendomi sentire a mio agio e soprattutto ascoltato.
Sofia
La Dott.ssa Cazzin è stata per me una scoperta meravigliosa.
Disponibile, competente, comprensiva e professionale.
Mi ha accolta dal primo giorno, ed accompagnata fino ad ora.
Sono grata del suo supporto ed alla sua professionalità.
Grazie!
Ornela
La dottoressa Cazzin si è mostrata molto gentile e disponibile, attenta alle mie esigenze. Mi ha fatto sentire ascoltata e accolta. Ha mostrato grande professionalità durante l'intero percorso.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 25 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, sono una ragazza di 24 anni fidanzata da 5 anni con un ragazzo che non mi fa mancare nulla, mi tratta bene e mi rivolge molte attenzioni. Nonostante tra di noi andasse tutto bene, due anni fa conosco un ragazzo che mi attrae molto fisicamente e ci scambiamo alcuni messaggi. Questo mi mette un po’ in crisi, anche perché non era mai successo e decido di interrompere subito la cosa perché non lo ritenevo giusto nei confronti del mio ragazzo. Dopo qualche giorno di mancanza nei confronti del ragazzo che avevo conosciuto, riprende tutto serenamente con il mio ragazzo. A distanza di due anni, per varie coincidenze, questo ragazzo ritorna a scrivermi (abitiamo distanti quindi è difficile vederci) e riaffiora il mio interesse ma anche stavolta decido di chiudere dopo un po’ perché non ritenevo giusta la situazione. Adesso mi trovo in difficoltà perché sento nuovamente la sua mancanza, il modo in cui mi faceva sentire, sto male, e mi chiedo se io provi qualcosa realmente nei confronti di questo ragazzo o è solo il piacere di ricevere attenzioni. Vorrei cercarlo nuovamente ma non ha senso. Mi sono anche allontanata dal mio ragazzo per cercare di capire ma non riesco a lasciarlo, a stare lontano da lui o immaginarmi senza di lui e per questo siamo tornati insieme. Sono estremamente confusa..
Ci tengo a precisare che il nuovo ragazzo non mi ha mai messo pressioni, mi ha sempre detto di vivermi il momento e mi dimostra davvero molte cose
Gentilissima, la ringrazio molto per la sua condivisione.
Comprensibilmente, sta vivendo un periodo di grande confusione e incertezza e il ritorno di questo ragazzo ha contribuito a riportare alla luce diverse sensazioni, emozioni e pensieri.
E' normale che le relazioni che durano da tanti anni talvolta portino con sé più dubbi e domande. Si è molto legati alla persona in questione e a tutto ciò che si è vissuto assieme, ma allo stesso tempo, non è così raro che emerga una qualche forma di interesse per persone nuove.
Le motivazioni possono essere molteplici: quello che riporta potrebbe essere un piccolo e momentaneo interesse per una persona che trova intrigante e attraente da un punto di vista fisico e/o mentale e che le "permette" di uscire dall'ordinario, come potrebbe trattarsi di qualcosa di più profondo, che le suscita emozioni e sensazioni forti.
Immagino che la situazione e le emozioni ad essa collegate la spaventino in un certo senso e, da ciò che riporta, alcune sembra trattenerle, altre reprimerle. Allo stesso tempo fa fatica a lasciare andare il suo ragazzo perché è tutt'ora legata e tiene molto alla vostra relazione.
Purtroppo noi non possiamo rispondere a questa domanda e forse sarà necessario un po' di tempo perché lei riesca a trovare la risposta.
Tuttavia, potrebbe essere utile parlare con il suo ragazzo o provare a chiedersi:
-Cos'è che le piace del suo ragazzo? Di cosa si è innamorata? Ciò che l'ha fatta innamorare, lo riesce ancora a vedere e percepire? L'amore cresce, cambia e matura con voi, assume nuove forme e nuove sfaccettature ma può rimanere. Come state quando siete assieme? Come sta lei?
-E magari potrebbe porsi le stesse domande per questo nuovo ragazzo. Come la fa sentire, quali emozioni le suscita, cosa le piace di lui? Cosa prova quando sente la sua mancanza? Cosa vi lega?
-Per quanto riguarda il piacere di ricevere attenzioni, è comprensibile che le attenzioni di una persona, chiunque essa sia, facciano piacere, ciò nonostante la ricerca di attenzioni si differenzia dal provare un vero e proprio interesse verso l'altro, anche se spesso le due cose sono difficili da scindere, distinguere o individuare.
Nel corso della relazione le era già capitato di ricevere attenzioni da un altro ragazzo? Se sì, come aveva reagito?
Potrebbe essere utile capire, in base alla sua storia e al suo vissuto, come mai vede il suo interesse come un possibile "bisogno di attenzioni" e che significato ha la sua difficoltà di lasciare andare (indipendentemente dalla persona in questione).
Nel caso in cui le facesse piacere, rimango a disposizione per un colloquio (anche online). La ringrazio e le auguro buon proseguimento.
Cordialmente, Dott.ssa Carlotta Cazzin.
Buongiorno sono mamma di un adolescente, un ragazzino di 16 anni ho notato che quando abbiamo discussioni va in escandescenza e solo in quel momento mi dice tutto ciò che non gli è andato bene della sua vita mentre quando cerco di affrontare l'argomento è molto chiuso. Non so se è giusto portarlo allo scontro per capire quale sono le sue ferite.
Gentilissima, grazie per la sua condivisione.
Tendenzialmente gli adolescenti sono chiusi e restii a parlare, è un periodo particolare dove prediligono i pari e, solitamente, è proprio con loro che si interfacciano e confidano, difficilmente se qualcosa non va ne parlano con i loro genitori, è normale ed è "giusto" così.
Nonostante ciò, gli adolescenti non smettono MAI di comunicare; attraverso i loro silenzi, i loro comportamenti, la loro rabbia e i loro scontri stanno comunicando qualcosa. E' evidente che suo figlio ha tanto da dirle ed è comprensibile che riesca a farlo maggiormente in un momento in cui è arrabbiato. La rabbia gli permette di liberarsi, di dire ciò che si tiene dentro, di ritrattare in futuro e gli dà "una scusa" e un'opportunità per dire ciò che pensa. Quando gli animi si placano, diventa più difficile interfacciarsi e parlare seriamente con l'adulto.
Forse, portare volontariamente suo figlio alla scontro, potrebbe essere una scelta azzardata e controproducente.
Sono pochi gli elementi per poterle consigliare come interagire con suo figlio, perché non conosciamo voi e il vostro vissuto, familiare o personale.
Certamente potrebbe essere utile per suo figlio parlarne con qualcuno, potrebbe dirgli che ha capito che qualcosa l'ha fatto soffrire, che le dispiace e che vorrebbe sapere cosa può fare per aiutarlo a stare meglio; ricordandogli che rispetta il fatto che lui non ne voglia parlare ma che, non appena se la sentirà, lei sarà pronta e disponibile ad ascoltarlo nella modalità che lui ritiene più giusta.
In ogni caso, non insisterei troppo, le faccia sentire che c'è rispettando comunque i suoi spazi, appena se la sentirà, troverà lui il modo di comunicare con lei.
In alternativa, potrebbe consigliarli di parlare con un professionista, potrebbe esprimere i suoi pensieri e ciò che lo preoccupa e potrebbe avere uno spazio suo personale, riservato e libero.
Per qualsiasi cosa, rimango a disposizione (anche online). Le auguro un buon proseguimento.
Cordialmente, Dott.ssa Carlotta Cazzin.
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