Una dieta vegetariana è salutare per le donne?

22 marzo 2016 • Commenti:

I consumi di carne diminuiscono al ritmo del 5% l’anno e vegetariani e vegani aumentano al ritmo di 1600 al giorno. Ce lo dice il rapporto Eurispes che sottolinea come gli italiani che hanno adottato questi tipi di alimentazione erano il 6% della popolazione nel 2013 e sono diventati l’8% nel 2015, tanto che il nostro paese contende alla Germania il primato di nazione più vegetariana dell’Ue.

Motivazioni etiche

Scelte dettate da motivazioni etiche, legate certamente al diritto alla vita degli animali, ma molto spesso la decisione è generata da motivi salutistici. Sono ormai moltissimi gli studi che testimoniano che rinunciare alla carne significa ridurre la pressione arteriosa e il pericolo di infarti anche perché, le persone che hanno scelto una dieta vegetariana, pesano in media circa il 10% in meno rispetto agli onnivori. Inoltre alcuni tipi di cancro come quello del colon, sono diffusi nei paesi carnivori mentre sono quasi assenti in quelli a basso o nullo consumo di carne, come ad esempio l’India.

Impatto ambientale

Ma non solo. L’impatto ambientale di una dieta onnivora è otto volte superiore rispetto quella vegana e la colpa è soprattutto legata all’eccessivo consumo di carne.

Sostenibilità

E poi c’è la sostenibilità. Ottenere un chilogrammo di carne richiede circa 15.000 litri di acqua . Se moltiplichiamo questi 15 mila litri per 500/600 chili che rappresenta il peso dell’animale, ci si rende conto di cosa significhi in termini di sostenibilità ambientale per un bene prezioso come l’acqua. Inoltre non è da sottovalutare il rischio che il trattamento farmacologico degli animali da allevamento può provocare danni alla salute delle persone che si nutrono della loro carne.

Ma una dieta vegetariana può essere raccomandata a tutti e può essere sicura per la salute di una donna?

Si tratta di un regime alimentare equilibrato solo nel momento in cui si è a conoscenza del rischio che si corre. I rischi infatti non sono legati non tanto alla carenza di proteine (dato che quelle di carne e pesce possono venire compensate da quelle assunte con cereali e legumi), ma contrariamente all'assunzione eccessiva .

“Secondo autorevoli fonti – spiega Luciana Baroni ( neurologa esperta in nutrizione e presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV ) - una dieta vegetariana equilibrata, intesa sia come latto-ovo-vegetariana che vegana, è appropriata per tutti gli individui e in tutti gli stadi del ciclo vitale, quindi anche nelle donne (Academy of Nutrition and Dietetics, Position Paper on Vegetarian Diets 2009). Non solo questo tipo di dieta è considerata nutrizionalmente adeguata, cioè non a rischio di carenza, ma è addirittura considerata salutare in quanto apporta nutrienti protettivi e si è dimostrata efficace nella prevenzione delle malattie croniche che affliggono le società moderne”.

Ma attenzione. Prima di cambiare abitudini alimentari, è fondamentale informarsi sull’argomento, in modo da conoscere la grande varietà dei cibi da consumare.

“Un errore frequente – sottolinea la Dr.ssa Baroni - è quello di partire dal menù onnivoro “base” togliendo solo i cibi animali e basandosi quindi solo sulla bassa varietà dei cibi vegetali precedentemente consumati. E’ quindi importante conoscere i gruppi alimentari formati dai cibi comunemente consumati da vegetariani (cereali, cibi proteici, verdura, frutta, frutta secca e semi oleaginosi, grassi), e porre attenzione nei confronti dei nutrienti critici della dieta (acidi grassi omega-3, calcio, vitamina B12 e vitamina D), sapere cioè dove ricavarli per rendere la dieta equilibrata”.

Per quanto riguarda gli effetti benefici che una dieta esclusivamente composta da vegetali può avere nell’organismo femminile, un recente studio che ha visto protagoniste 17.000 donne del panel Women’s Health Initiative Dietary Modification, ha dimostrato come una dieta vegana renda la menopausa decisamente più sopportabile. Le donne nutrite solo di vegetali hanno testimoniato un tasso nettamente inferiore di sudorazione notturna, vampate di caldo e aumento di peso rispetto alla controparte di controllo. Lo studio ha dimostrato inoltre che non è necessaria una dieta vegana tout court per allontanare vampate e altri fastidi: basterebbe ricorrervi almeno tre volte a settimana, evitando di esagerare con vizi di gola negli altri giorni della settimana.

“Ritengo che la scelta di adottare un regime alimentare vegetariano – argomenta Viviana Persiani titolare della rubrica Salute e Benessere su ilgiornale.it - sia prova di una grande forza di volontà per la donna perché occorre reimpostare il modo di cucinare nella quotidianità declinando i menu allo stile vegetariano, sostituendo la tavola dei sapori alla quale il palato è avvezzo. E per le donne potrebbe rappresentare una autentica sfida e un'occasione per scoprire e conoscere più nel dettaglio le qualità nutritive di certi alimenti che, a regime dietetico standard, non si prendono nemmeno in considerazione. Parlo di bacche, di frutta secca, di quei superfood tanto celebrati e che rappresentano realmente risorse di salute e di benessere per chi ne facesse consumo; e anche di semplici legumi, considerati da sempre cibi poveri, ma riscoperti come fonte preziosa di proteine e sali minerali”.

Anche la Persiani mette in guardia dal cosiddetto fai da te, che può facilmente portare a delle carenze di elementi fondamentali.

“Occorre davvero essere dei veri conoscitori delle proprietà di tutti gli alimenti – aggiunge la Persiani - per riuscire a nutrirsi correttamente, e non solo seguendo una dieta vegetariana, ma per qualsiasi tipo di dieta. Sicuramente, a chi decidesse, ad un certo punto della propria vita, di convertirsi ad un altro regime alimentare rispetto a quello abitudinario, consiglierei controlli del sangue un po' più frequenti per verificare che si stiano facendo i passi giusti senza nuocere al fisico.”


 

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