Tutto ciò che c’è da sapere sull’avversione per il cibo durante la gravidanza
Ginecologia • 11 marzo 2017 • Commenti:
Mandare il proprio partner alla ricerca del proprio gelato preferito durante un comune martedì sera o ritrovarsi a divorare le scorte casalinghe di cioccolato durante la gravidanza, sono scene talmente preventivabili da aver assunto i contorni di un consolidato cliché culturale. Meno impressa nell’immaginario collettivo è la sensazione improvvisa di avversione per il cibo che può verificarsi durante la gravidanza: se non si è preparati, può essere scioccante ritrovarsi ad odiare il solo pensiero di mangiare quello che si riteneva da una vita il proprio snack preferito.
Cosa causa l’avversione per il cibo?
Così come le famose voglie, l’avversione per il cibo sembra causata dalle alterazioni ormonali tipiche della gravidanza. La concentrazione dell’ormone che rende positivo il test di gravidanza, cioè la gonadotropina corionica (hCG), raddoppia ogni manciata di giorni per tutto il primo trimestre, raggiungendo il picco intorno all’undicesima settimana di gestazione. Sintomi legati all’alimentazione come nausea, voglie e avversione per il cibo sono influenzati dall’aumentare della gonadotropina corionica durante il primo trimestre, ma possono continuare a manifestarsi durante il prosieguo della gravidanza. In ogni caso, nella quasi totalità dei casi, questi sintomi spariscono dopo aver portato a termine la gravidanza.
L’avversione per il cibo potrebbe essere anche una conseguenza della comparsa di nausee mattutine. Uno studio pubblicato sulla rivista specializzata Appetite ha rilevato un’insorgenza contemporanea della nausea e dell’avversione per il cibo nelle donne incinte. Sebbene questo possa essere dovuto alla dipendenza di entrambi i sintomi dalle alterazioni ormonali, l’insorgere dell’avversione per il cibo potrebbe anche trovare una spiegazione in un riflesso indotto dall’associazione del cibo mangiato con le nausee mattutine.
Quali sono le più frequenti avversioni per il cibo?
Durante la gravidanza è possibile provare un’avversione o una voglia nei confronti di pressoché qualunque alimento. Può persino capitare di desiderare improvvisamente di mangiare un cibo che fino poco tempo prima era causa di repulsione e nausea, e viceversa. Tuttavia, le più comuni avversioni per il cibo riguardano solitamente alimenti dall’odore intenso e aggressivo:
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carne,
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uova,
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latte,
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cipolle,
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aglio,
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the,
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caffè,
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alimenti piccanti.
Non è raro che alcune donne sperimentino invece delle voglie nei confronti dei suddetti cibi. Gli alimenti che in gravidanza vengono percepiti come gustosi o repellenti non sembrano dipendere in alcun modo dalla propria dieta prima che avvenisse il concepimento: è normale che la tempesta ormonale che travolge le donne incinte conduca a desiderare cibi che prima non piacevano, e viceversa a ripudiare i propri piatti preferiti.
Come superare l’avversione per il cibo?
In molti casi, saper ascoltare il proprio corpo durante la gravidanza può rivelarsi un’ottima strategia. Questo significa assecondare le proprie voglie e avversioni riguardanti particolari cibi, ma con moderazione: se l’avversione per il cibo mette a rischio l’assunzione di sostanze nutritive importanti per il proseguimento della gravidanza, è importante assicurarsi di riuscire a integrare gli elementi necessari consumando altri cibi. Si consiglia caldamente di affidarsi al parere esperto di un medico o di un nutrizionista che sappia chiarire eventuali dubbi e magari stilare un piano alimentare in grado di fronteggiare le proprie momentanee propensioni alimentari.
Ad esempio, un’avversione per la carne può essere affrontata introducendo nella propria dieta grandi quantità di cibi ricchi di proteine come legumi e frutta secca. Un’altra strategia spesso efficace consiste nell’aggirare l’avversione per un determinato cibo introducendolo all’interno di una ricetta capace di mascherarne sapore, odore o consistenza: la soluzione più semplice a questo problema passa per l’introduzione di verdure sgradite all’interno di frullati dal gusto che più si preferisce.
L’avversione o il desiderio di cibo sono sintomi assolutamente normali durante la gravidanza che non devono diventare oggetto di preoccupazione. Talvolta è possibile registrare delle voglie piuttosto irrazionali che non riguardino degli alimenti (ad esempio terra, gesso o carta): questa condizione, chiamata picacismo, può essere sintomo di una carenza che merita di essere valutata dalla competenza di un medico.