Trattamenti dentali: la canalizzazione

Odontoiatria • 30 marzo 2017 • Commenti:

La cura canalare (detta anche trattamento endodontico o devitalizzazione) consiste nella rimozione della polpa dentale, tessuto molle contenuto nella parte centrale del dente che è sede di vasi sanguigni e terminazioni nervose del dente stesso. Serve ad "imbalsamare" il dente e va fatta solo quando non ci sono alternative, come, ad esempio, in caso di carie molto estese che hanno raggiunto e danneggiato la polpa, in caso di traumi con frattura del dente e conseguente danneggiamento della polpa o in caso di malattie primitive della polpa che non possono guarire autonomamente. Se c'è, però, la possibilità di salvare il dente evitando la cura canalare, è preferibile mantenere il dente vitale.

In passato, prima dell'avvento delle pratiche odontoiatriche moderne, un dente contenente polpa danneggiata o infettata si estraeva, oggi, grazie alla canalizzazione dentale ciò non è più necessario. Ci sono, infatti, molti svantaggi nel perdere i denti naturali: se un dente perso, non viene sostituito, i denti adiacenti possono spostarsi dalla loro normale posizione compromettendo la normale masticazione e rendendo più difficile la da pulire con conseguente insorgenza di carie e disturbi gengivali.

Perché è necessaria la cura canalare?

Quando la polpa dentale è danneggiata, i batteri e le loro tossine possono fuoriuscire dai canali radicolari e propagare l’infezione all’osso circostante fino alla formazione di un ascesso che può coinvolgere anche la mandibola o la mascella.
 

Le 4 fasi della devitalizzazione di un dente

Le fasi di una devitalizzazione sono essenzialmente 4:

  • In anestesia locale si esegue l’apertura del dente, attraverso la corona, per raggiungere la camera pulpare. Se si tratta di un incisivo, si effettua dalla parte dorsale, non visibile all'esterno, se, invece, si tratta di un molare o un premolare, l'apertura avviene a livello della faccia superiore.
  • La polpa viene rimossa ed il canale radicolare è disinfettato con cura (di solito si usa ipoclorito di sodio, amuchina per intenderci), allargato e preparato per essere riempito. Normalmente la devitalizzazione avviene in più sedute, tra una seduta e l'altra sulla cavità del dente viene messa della pasta provvisoria protettiva.
  • Rimossa la pasta provvisoria, si procede a sigillare la camera pulpare ed i canali radicolari riempiendoli con un materiale biocompatibile (di solito guttaperca, una gomma naturale) talvolta associato ad un cemento dentario viscoso che fa da ulteriore sigillante e che può avere anche funzione antiinfiammatoria.
  • Si procede a ricostruire la corona dentaria. In alcuni casi può rendersi necessario impiantare in uno dei canali dentali un perno di metallo o di carbonio per dare sostegno alla ricostruzione oppure incapsulare il dente appena devitalizzato, cioè coprirlo con una corona in metallo-ceramica. Con la devitalizzazione, infatti, viene asportata, normalmente, una notevole quantità di tessuto per giungere alla camera pulpare, quindi, la struttura del dente risulta essere molto indebolita, diventando più suscettibile a fratture dentali. L’incapsulamento è in grado di fornire al dente un’armatura, proteggendolo e riducendo, quindi, il rischio di frattura.

Come ogni intervento chirurgico, anche la devitalizzazione, nonostante l’alta percentuale di riuscita e la percentuale di rischio di complicazioni post-operatorie davvero bassa, può comportare alcuni rischi. Ecco perché è importante che questa procedura venga eseguita da medici esperti in endodonzia, cioè da odontoiatri specializzati nella diagnosi e nel trattamento di infezioni o traumi a carico della polpa del dente.

Quali sono i rischi?

La bassa percentuale di rischi che potrebbero portare i denti devitalizzati comprende:

  • caduta del dente, come conseguenza di un intervento mal eseguito;
  • possibile danneggiamento del dente se, immediatamente dopo la prima seduta di devitalizzazione, cioè prima della ricostruzione del dente, si assumono alimenti croccanti;   
  • ipersensibilità nei 15-20 giorni successivi alla devitalizzazione e alla ricostruzione con o senza perno del dente;
  • possibile alterazione del naturale colore del dente che assume una colorazione più carica rispetto al bianco;
  • necessità di ricorrere all'estrazione del dente in caso di devitalizzazione malriuscita

 Se trattato con cura, seguendo le regole base per una corretta igiene dentale ed effettuando controlli odontoiatrici periodici, però, il dente devitalizzato potrà durare anni e anni, addirittura per sempre.

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