Una tecnica mini-invasiva per l'asportazione della cisti sacro-coccigea

Esperto Claudio OlivieriChirurgia Generale • 25 maggio 2016 • Commenti:

Che cos’è la cisti sacro-coccigea

Il sinus pilonidalis (o cisti sacro-coccigea) è una cavità pseudocistica contenente peli, localizzata a livello del tessuto sottocutaneo della regione sacro-coccigea. Rappresenta una patologia molto frequente nei giovani adulti, con maggiore prevalenza nel sesso maschile.

Cause

L’ipotesi più accreditata è che si tratti di una patologia acquisita. I peli tendono a crescere all’interno del tessuto sottocutaneo, formando dei nidi (latino pilus = pelo e nidus = nido) e creando una reazione da corpo estraneo.

Ipertricosi, traumatismi locali, attività lavorative che richiedono una prolungata posizione seduta, obesità, abbondante sudorazione e scarsa igiene possono rappresentare dei fattori predisponenti alla formazione del sinus pilonidalis.

Sintomi

Alcuni soggetti possono non accusare sintomi e presentare solamente una tumefazione cistica a livello della linea interglutea.

Nella maggioranza dei casi, la sintomatologia è secondaria all’infiammazione (ascesso) con arrossamento della cute sovrastante, tumefazione dolente, formazione di pus all’interno della cisti e successiva apertura all’esterno tramite un orifizio cutaneo (fistola).

Diagnosi

La diagnosi si basa esclusivamente su una semplice visita chirurgica, con il riscontro di uno o più tramiti fistolosi dai quali possono fuoriuscire peli e materiale siero-corpuscolato o ematico. Non è necessaria l’esecuzione di esame ecografico.

Terapia

Ad eccezione dei pazienti asintomatici, in cui il trattamento è conservativo (accurata igiene locale, mantenendo la zona pulita e priva di peli), il trattamento del sinus pilonidalis è esclusivamente chirurgico.

In letteratura, sono riportate diverse metodiche (escissione con chiusura primaria, asportazione con chiusura per seconda intenzione, escissione con utilizzo di lembi cutanei), ma che non offrono la garanzia della guarigione definitiva senza recidive e sono gravate da un lento recupero funzionale e delle attività scolastiche o lavorative.

Tecnica chirurgica mini-invasiva

Recentemente, è stata introdotta una tecnica mini-invasiva (tecnica israeliana sec. Gips) che prevede la sola asportazione dei tramiti fistolosi e del contenuto della cavità mediante l’utilizzo di lame circolari (trefine), con diametro compreso tra 2 e 8mm.

La suddetta tecnica consente di eseguire dei piccoli forellini lungo la linea interglutea, evitando ampie escissioni previste con le tradizionali tecniche chirurgiche.

Le ferite guariscono per seconda intenzione senza lasciare degli esiti cicatriziali deturpanti.

Il tempo medio di guarigione è di 2-3 settimane, ma i pazienti possono ritornare immediatamente all’attività lavorativa o scolastica in considerazione delle piccole dimensioni delle ferite e dell’assenza di punti di sutura o di drenaggi.

L’incidenza di recidiva riportata in letteratura è inferiore al 10%, nettamente inferiore a quella riportata per le comuni tecniche chirurgiche.

L’intervento viene eseguito in anestesia locale ed in regime ambulatoriale o di Day Surgery, pertanto il paziente viene dimesso a poche ore dalla procedura chirurgica.

La tecnica mini-invasiva rappresenta al momento una valida alternativa alle comuni tecniche chirurgiche per il trattamento del sinus pilonidalis in età pediatrica ed in età adulta, soprattutto in termini di riduzione della morbilità e di precoce ritorno alle normali attività quotidiane.

Certamente, per contribuire alla riduzione delle recidive rimane fondamentale l’accurata igiene locale, tale da consentire di mantenere pulita la regione sacro-coccigea e di provvedere all’assidua rimozione dei peli superflui mediante epilazione con ceretta, laser o luce pulsata.

Esperto

Claudio Olivieri chirurgo pediatrico, pediatra, chirurgo generale Dott.

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