Tutto quello che c'è da sapere sullo sbiancamento dei denti

Odontoiatria • 30 marzo 2017 • Commenti:

Lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica che permette di migliorare il colore dei denti, rendendoli più bianchi ed è, forse, la pratica odontoiatrica oggi più diffusa. A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano, poi, altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, cioè alterazioni del colore originario dei denti. Alcune sostanze come teina e caffeina, alcuni farmaci, il fumo e via dicendo possono, infatti, causare nel tempo discromie dentali che privano il dente della sua naturale brillantezza e tonalità.

Lo sbiancamento dentale è una delle pratiche odontoiatriche più antiche nella storia. Già i Fenici e gli Antichi Romani erano soliti usare diversi prodotti naturali per ottenere denti più bianchi. Nel Medioevo, invece, si applicavano delle soluzioni acide e se questo non era sufficiente si limavano con delle raspe di ferro le superfici esterne dei denti, fino a trovare smalto bianco. In seguito, hanno avuto molta diffusione i rimedi della tradizione popolare che prevedevano l'utilizzo di foglie di salvia, bucce di limone o bicarbonato di sodio da strofinare sui denti. Tali metodi, però, davano un risultato modesto e molto poco duraturo. Solo verso la fine dell'Ottocento, iniziano a comparire i primi trattamenti a base di perossido di idrogeno, ma a concentrazioni piuttosto elevate e dunque pericolosi per i pazienti. Bisogna aspettare però il 1989 perché, ad opera del dottor Van Haywood, venga codificata la prima tecnica di sbiancamento dentale, quello che oggi chiamiamo sbiancamento domiciliare notturno. Da allora si è assistito ad una vera proliferazione di nuovi sistemi e materiali, tale che oggi non c’è che l’imbarazzo della scelta del prodotto o della procedura più appropriati.

Con cosa si possono sbiancare i denti?

I prodotti sbiancanti attualmente disponibili in commercio sono tutti a base di perossido di idrogeno e/o perossido di carbammide; la procedura di sbiancamento può essere effettuata, previa visita e valutazione dell'odontoiatra, sia, in modo più autonomo, dal paziente a casa (sbiancamento domiciliare), sia presso l'ambulatorio odontoiatrico (sbiancamento professionale). In quest’ultimo caso si possono sbiancare sia i denti vitali che i denti devitalizzati.

Sbiancamento dei denti fai da te

Lo sbiancamento domiciliare classico (at home bleaching, in inglese) prevede l'utilizzo di una mascherina personalizzata, progettata in modo tale che il gel non entri in contatto con le gengive del paziente, nella quale viene introdotto un gel a base di perossido di carbammide a percentuali variabili dal 10 al 22%. Il tempo e la durata di applicazione variano in base alla percentuale di perossido utilizzata e al grado di sbiancamento che si vuole ottenere. Il trattamento potrà durare dalle 2 alle 4 settimane, potendosi protrarre a 2 mesi ed oltre nei casi particolarmente difficili. La durata dell’effetto sbiancante è di circa 5-6 anni. Facendo brevi “richiami”, però, il risultato può essere mantenuto più a lungo.

Il trattamento domiciliare presuppone la collaborazione del paziente: l’assunzione di sostanze che “macchiano” i denti come il fumo, il caffè, tè, bevande e cibi colorati come vino, coca-cola, sughi, colluttori, deve essere sospesa o molto ridotta. Durante lo sbiancamento domiciliare, inoltre, aumenta la permeabilità dentinale, quindi, le sostanze sbiancanti possono penetrare nel dente fino a raggiungere la polpa, come conseguenza di ciò, frequentemente si registra un aumento della sensibilità dentale che passa generalmente dopo 48h dall’interruzione della terapia. L’applicazione di fluoro, prima e dopo ogni tipo di sbiancamento, però, riduce significativamente tali effetti collaterali.

Da qualche tempo sono disponibili sul mercato prodotti da banco per trattamenti fai-da-te. Un esempio sono le strip con perossido di idrogeno applicare per 1h al giorno per 15 giorni circa. Il risultato è tuttavia limitato e dura molto meno (6 mesi circa) della tecnica domiciliare classica. Altro esempio sono i dentifrici sbiancanti che, oltre a contenere sostanze ad azione abrasiva che rimuovono solo le macchie superficiali, contengono anche perossido di carbammide. Riescono, con un uso costante, a schiarire il colore dei denti di 1 tonalità, risultato di molto inferiore a quello ottenibile con lo sbiancamento domiciliare classico o con lo sbiancamento professionale (6-8 tonalità).

La breve durata del risultato di tali trattamenti, però, può talora creare vera e propria dipendenza, che, nei paesi anglosassoni, è stata catalogata col nome di “bleachorexia”, cioè dipendenza da bleaching (sbiancamento).
 

Sbiancamento dei denti professionale

Lo sbiancamento professionale, detto “power bleaching”, effettuato in ambulatorio direttamente dal dentista o dall'igienista dentale, si attua applicando direttamente sulla superficie vestibolare dei denti, per circa 1 ora 2-3 giorni consecutivi, gel ad alte percentuali di perossido di idrogeno (35-38%). La sua introduzione è stata motivata dalle maggiori esigenze dei pazienti che spesso domandano trattamenti sempre più rapidi e richiedenti minore collaborazione.

Il “power bleaching”, per la breve durata del trattamento, dovrebbe potere essere eseguito anche sui soggetti fumatori o sui forti consumatori di bevande e cibi colorati, tuttavia, nei 15 giorni successivi alla terapia, è necessario attenersi agli stessi consigli alimentari che valgono per il trattamento domiciliare.

L’azione dei potenti gel sbiancanti è ulteriormente aumentata con l’utilizzo di LASER, lampade LED e alogene. La luce, infatti, riduce il tempo di trattamento ma, a causa del calore prodotto da alcune lampade, gli effetti collaterali possono accrescersi, con aumento della sensibilità dentale fino a infiammazione della polpa.

La breve durata del trattamento “power bleaching” (1h), inoltre, fa sì che l’agente sbiancante penetri meno in profondità; lo sbiancamento professionale è conseguentemente meno efficace e duraturo (2-3 anni) rispetto a quello ottenuto con tecnica domiciliare, a fronte di costi molto più alti. Il trattamento ideale e più efficace per lo sbiancamento dei denti vitali rimane, quindi, quello domiciliare con perossido di carbammide al 10% che si può usare senza alcun problema anche per molto tempo.

Quale che sia la metodica prescelta, prima di procedere con lo sbiancamento dei denti è necessario sottoporsi all’ablazione del tartaro e della placca per liberare la superficie dentale dai residui e dalle pigmentazioni esterne che ostacolerebbero lo sbiancamento.
Il dentista adopera strumenti manuali e strumenti ad ultrasuoni per raggiungere le aree dentali sopra e sotto le gengive e devono il loro risultato alle vibrazioni che riescono a rimuovere delicatamente il tartaro e lo sporco.

Quando é sconsigliato lo sbiancamento dei denti?

Infine lo sbiancamento dentale non è raccomandato o risulta meno efficace nelle seguenti circostanze:

  • bambini al di sotto dei 16 anni, perché la camera della polpa, cresce fino a questa età. Lo sbiancamento dei denti in questa condizione potrebbe irritare la polpa o causare una estrema sensibilità.
  • donne in gravidanza o in allattamento.
  • denti sensibili e allergie: persone con denti sensibili e gengive infiammate devono consultare il proprio dentista prima di utilizzare un sistema di sbiancamento dei denti.
  • in caso di malattia gengivale, smalto consumato, carie e radici dentali esposte: le carie devono essere trattate prima di qualsiasi procedura di sbiancamento, inoltre, le procedure di sbiancamento non funzionano su radici dei denti esposte, perché queste non hanno un strato di smalto.
  • otturazioni, corone e altri restauri: le otturazioni e i restauri contenenti compositi di resina, molto usati per le protesi (corone, faccette, ponti) non si sbiancano. Pertanto, utilizzare un agente sbiancante sui denti che contengono restauri comporterà sbiancamento irregolare, e in questo caso, renderà i denti senza restauri più bianchi di quelli con restauri. Qualsiasi procedura di sbiancamento deve essere, quindi, effettuata prima del posizionamento dei restauri. Gli individui con numerosi restauri possono, piuttosto, trovare giovamento da faccette o corone piuttosto che da un sistema di sbiancamento dei denti.
  • i fumatori devono essere consapevoli che i risultati saranno limitati.
  • denti macchiati: i denti giallastri rispondono bene allo sbiancamento, i denti bruni rispondono meno bene e i denti macchiati non rispondono bene allo sbiancamento. Denti che hanno macchie scure possono essere candidati migliori per un’altra opzione estetica, come le corone, faccette dentali etc.

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