Quando inizia la nausea mattutina in gravidanza?

Ginecologia • 13 marzo 2017 • Commenti:

Durante la gravidanza si verificano numerosi cambiamenti nel corpo della donna, dovuti al diverso bilancio ormonale che caratterizza questo periodo. Uno degli ormoni coinvolti, la gonadotropina corionica umana, è prodotto esclusivamente durante la gravidanza ed è responsabile di molti fenomeni legati a questo momento particolare della vita femminile.

Alcuni di questi effetti sono utili anche per sospettare lo stato di gravidanza ed il più precoce di questi - caratteristico del primo trimestre - è la nausea, più spesso mattutina (detta anche NVP = nausea and vomiting in pregnancy).

Un significato evoluzionistico

La nausea sembra essere dovuta all’aumento dei livelli di gonadotropina corionica umana e la sua funzione avrebbe, secondo alcuni autori, un senso di protezione dell’embrione durante il periodo più fragile dello sviluppo, inducendo la donna ad espellere con più facilità alimenti tossici oppure teratogeni (in grado di causare malformazione durante lo sviluppo in utero).
Analizzando un campione di dati riguardanti donne in gravidanza, si è visto che quelle in cui era documentata la presenza di nausea o vomito avevano complessivamente avuto meno aborti rispetto alle pazienti senza sintomi analoghi .

Quando compaiono i sintomi?

La nausea compare generalmente verso la sesta settimana e raggiunge un picco attorno alla dodicesima, per cessare entro la diciottesima. Questo periodo corrisponde esattamente al momento più critico per la formazione degli organi del nascituro.

Quali sono i sintomi?

La sensazione è di avere lo stomaco pieno, anche con piccoli pasti e l’assunzione di liquidi, di nausea – specialmente nel momento in cui si alza dal letto la mattina - e di reflusso se si sdraia appena dopo i pasti. Spesso è accompagnata da episodi di vomito.
Odori intensi e sapori fortemente amari, come quello del caffè o dell’alcol, suscitano una nausea ancora maggiore, portando ad evitare determinati cibi. Il caldo può peggiorare la condizione, come anche l’eccessivo riposo.

Hyperemesis gravidarum, qual è la differenza?

È importante distinguere la nausea gravidica, che colpisce fino al 60% delle donne gravide, dalla ben più grave Hyperemesis gravidarum, che colpisce solo l’1-2% delle future madri.
Mentre la semplice nausea tende a regredire e non impedisce un’adeguata alimentazione, con i dovuti accorgimenti e un’attenzione allo stile di vita, il vomito eccessivo di questa condizione può portare a denutrizione e perdita di peso, sino all’aborto. Per questo è sempre importante rivolgersi ad un medico per capire la gravità dei sintomi e trattarli, se necessario integrando vitamine e nutrienti persi con il vomito o non assunti con la dieta, per prevenire danni al feto.

Come affrontare questa fastidiosa condizione?

Vi sono numerosi accorgimenti che possono limitare questi episodi, permettendo di evitare l’assunzione di farmaci:

  • effettuare piccoli pasti;

  • bere liquidi al di fuori dei pasti, per evitare di distendere ulteriormente lo stomaco;

  • non sdraiarsi dopo i pasti;

  • aerare l’ambiente per ridurre umidità, caldo e odori che stimolino la nausea;

  • evitare cibi dal sapore troppo intenso e aromi piccanti;

  • non bere caffè: la caffeina in sé tende a rilassare lo sfintere esofageo inferiore dando reflusso e stimolando il vomito, il sapore inoltre dà una sensazione di nausea intensa.

Quali medicine?

In gravidanza l’assunzione di farmaci dovrebbe essere ridotta al minimo per i possibili effetti tossici o teratogenici sul feto. Famoso è il caso del talidomide, farmaco diretto a contrastare la nausea in gravidanza e non sufficientemente sperimentato, che negli scorsi decenni ha dato origine a numerose malformazioni nei bambini nati da madri che l’avevano assunto.
Tra i farmaci consigliati vi è il domperidone e la categoria degli antistaminici.

Quali integratori o rimedi naturali?

È consigliata l’assunzione di piridossina (una forma della vitamina B6) e pare che lo zenzero possa avere degli effetti benefici, anche se non è stata ancora dimostrata la sua superiorità rispetto al placebo.
Nei casi in cui il vomito abbia determinato la perdita di nutrienti importanti, il medico può prescrivere degli integratori specifici.

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