Placca e tartaro: cosa sono e come rimuoverli

Odontoiatria • 30 marzo 2017 • Commenti:

La placca dentale - chiamata anche placca batterica - è una sostanza appiccicosa ed opalescente che si deposita sulle superfici dei denti.  È un ammasso di microrganismi dannosi immersi in una "matrice" organica, prodotta cioè dalla loro attività cellulare. Non viene rimossa dall'azione detergente naturale della saliva, della lingua, dei movimenti di labbra e guance e si forma, indipendentemente dall'introduzione di cibo, a causa di microrganismi normalmente presenti nella bocca e dei residui alimentari, specialmente di zuccheri. Considerata il principale nemico dei denti, la placca dentale attecchisce soprattutto negli spazi interdentali, nelle superfici occlusali, nelle irregolarità dello smalto o in prossimità della gengiva e del dente (colletto). Si forma, quindi, più facilmente nelle zone difficilmente raggiungibili dagli strumenti di igiene orale quotidiana. Nonostante possa essere completamente rimossa con lo spazzolamento, la placca tende a riformarsi nel giro di pochi minuti: già dopo un'ora sono evidenziabili milioni di batteri che ricominciano a colonizzare le superfici orali.

Che effetti causa la placca

 L’accumulo di placca ha 3 conseguenze spiacevoli:

  • Alitosi, disturbo molto fastidioso che, secondo le statistiche, interessa circa il 50% della popolazione e che si manifesta con l’emissione di odore sgradevole quando si parla e si respira, creando notevole disagio nei rapporti interpersonali;
  • Carie, processo distruttivo che colpisce i tessuti duri del dente, che è dovuto all’azione degli acidi prodotti dalla placca. Se non riconosciuta e trattata in tempo, la carie può portare all’infiammazione della polpa dentale fino alla formazione di ascessi.
  • Formazione del tartaro: se la placca non viene completamente rimossa con le normali operazioni di igiene orale in 12-18 ore si calcifica producendo dei depositi minerali che si annidano intorno al dente. La loro forza di adesione è tale da renderli irremovibili con il normale spazzolino e solo l'intervento di appositi strumenti manovrati dal dentista o dall'igienista dentale ne garantisce la completa rimozione. Il tartaro assume solitamente un colorito giallognolo, anche se non sono rare variazioni di colore che vanno dal bianco al grigio scuro. La colorazione che esso assume dipende infatti dalle sostanze con le quali viene a contatto. Si possono distinguere due tipi di tartaro, quello che si trova sulla superficie esterna dei denti e quello che si alberga all'interno della gengiva e delle tasche parodontali. Proprio quest'ultimo tipo di depositi tartarici è il più pericoloso perché correlato a malattie dentali e gengivali come la paradontite.

Come prevenire la placca

Oltre alla quotidiana igiene orale con spazzolino e filo interdentale da effettuare dopo i pasti principali ed in particolare dopo quello serale, in quanto nelle ore del riposo i batteri della placca sono facilitati nella loro azione nociva, l'unica procedura terapeutica indicata per rimuovere le ostinate incrostazioni di placca e tartaro depositate sui denti è la pulizia dentale professionale o detartrasi. L'igiene orale quotidiana, infatti, per quanto eseguita in modo meticoloso ed attento, non è sufficiente per rimuovere completamente la placca ed il tartaro dai denti. Difatti, la pulizia dentale casalinga si limita a sollevare batteri e residui di cibo depositati sullo smalto del dente od incastrati negli spazi interdentali, non riuscendo tuttavia ad eliminare placca e tartaro nascosti sotto la gengiva o negli spazi difficilmente raggiungibili dallo spazzolino. La pulizia dentale professionale, invece, utilizzando appositi strumenti appuntiti e sterilizzati che, oscillando ad elevatissima frequenza, frammentano i depositi di tartaro distruggendo nel contempo i batteri che costituiscono la placca, è estremamente vantaggiosa perché, oltre a prevenire numerose malattie dentali e gengivali, assicura ai denti un invidiabile stato di salute anche nel lungo termine. Andrebbe eseguita ogni 6 mesi o, al massimo, una volta all’anno. In caso di malattie dentali e/o gengivali andrebbe eseguita anche una volta ogni 3 mesi.

Non si tratta di una procedura dolorosa, anche se alcune persone possono accusare un’aumentata sensibilità dentinale. Ad ogni modo viene sopportata abbastanza bene anche senza anestesia. Pur essendo pressoché indolore, non è raro che i pazienti lamentino un fastidio più o meno rilevante durante e nelle ore immediatamente successive alla pulizia dentale. In generale, il fastidio o il bruciore percepito è proporzionale al deposito di tartaro e placca sui denti: chiaramente, più ostiche sono le incrostazioni di minerali e batteri da eliminare, più elevato sarà il fastidio percepito durante la pulizia dentale. Proprio per ridurre al minimo la sensazione fastidiosa durante la pulizia dentale, si sconsiglia di lasciar passare troppo tempo (oltre 12 mesi) tra una pulizia e l’altra.

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