Lo Stalking

Esperto Rebecca Silvia RossiPsicologia • 9 gennaio 2017 • Commenti:

Molti annoverano lo stalking tra i casi di violenza sulle donne, tuttavia sono sempre più in aumento i casi di stalker-donna e vittima-uomo.

Con stalking si intende un insieme di “atti persecutori” messi in atto all’interno di una relazione (affettiva, lavorativa o presunta).

I protagonisti principali coinvolti nel fenomeno dello stalking sono il persecutore, la vittima e relazione forzata e controllante che si stabilisce tra i due e che porta ad una modificazione negativa della vita della vittima che sviluppa sentimenti di ansia e paura.

La nostra giurisprudenza tratta di questo reato nell’art. 612 bis del codice penale, definendolo “molestie e comportamenti assillanti ed ossessivi che inducono la vittima in uno stato di soggezione psicologica”.

È da sottolineare che non sono le singole condotte ad essere considerate persecutorie ma è la modalità ripetuta nel tempo (contro la volontà della vittima).

Tali condotte possono durare mesi o addirittura anni. Questi atti persecutori o condotte indesiderate possono essere: comunicazioni indesiderate; contatti indesiderati; comportamenti associati.

Come distinguere la molestia dallo stalking

Come si distingue la molestia dallo stalking vero e proprio? Lo si può fare se vi sono i seguenti elementi distintivi:

  • ricerca di comunicazione e/o di contatto connotati da ripetizione, insistenza e intrusività;

  • la pressione psicologica legata alla "coazione" comportamentale e al terrorismo psicologico dello stalker, pongono la vittima in uno stato di allerta e di stress psicologico dovuti sia alla percezione dei comportamenti persecutori come sgraditi, intrusivi e fastidiosi, sia alla preoccupazione e all'angoscia per la propria incolumità;

  • progressività del comportamento persecutorio testimoniata dal passaggio dalle minacce agli atti di violenza contro cose (per es. l'automobile) o persone (per es. familiari o partner);

  • i fattori che possono essere predittivi di un rischio di violenza grave sono: precedente relazione affettiva tra stalker e vittima, minacce di violenza, abuso di sostanze.

Guardiamo ora quali sono gli aspetti legali dello stalking. L’art. 612 bis c.p. recita:

“…è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero di ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto […] ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita […] la pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di:

  • un minore

  • una donna in stato di gravidanza

  • una persona con disabilità”

Tuttavia, per vari motivi (paura, mancanza di percezione della gravità di ciò che sta accadendo, sfiducia verso le istituzioni, mancanza di autonomia economica, di indicazioni concrete sul da farsi) solo una percentuale bassissima dei crimini viene denunciata.

Spesso accade anche che siano le stesse donne a non riconoscere la violenza come un reato oppure che la denuncia venga presentata e poi ritirata.

Cosa può fare quindi la vittima di stalking?

Non tutte le strategie sono adatte a tutte le situazioni, è necessario valutare ogni caso a sé. È infatti diverso se la violenza viene perpetrata dall’ex-partner, da quello attuale o da uno sconosciuto.

Tendenzialmente, però, questi accorgimenti risultano i migliori:

  1. Evitare tutti i contatti con lo stalker

    • Qualsiasi reazione della vittima rafforza il comportamento dello stalker e potrebbe indurlo a continuare, instaurando false aspettative.

    • Mantenere la calma per evitare incoraggiamenti.

    • Evitare rappresaglie, anche queste potrebbero animare lo stalker.

  2. Rivolgersi ai centri anti-violenza e alle associazioni gratuite presenti sul territorio, che offrono:

  • ascolto, riconoscimento, rispetto;

  • supporto legale per tentare di risolvere nella fase pre-processuale il problema;s

  • supporto psicologico per favorire l’elaborazione e la gestione dell’evento traumatico;

  1. Rivolgersi alle forze dell’ordine (questura, Carabinieri, commissariato della Polizia) per effettuare un ammonimento o una denuncia. A tal fine è utile conservare qualsiasi prova che possa attestare gli episodi di stalking (messaggi, video, lesioni…).

  2. Escogitare un “piano di sicurezza” coinvolgendo familiari, amici, compagni per creare una rete e cambiando abitudini.

Esperto

Rebecca Silvia Rossi psicologo, psicoterapeuta, psicologo clinico Dott.ssa

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