La musicoterapia: come la musica aiuta la mente e il corpo

Psicoterapia • 5 settembre 2016 • Commenti:

Il complesso e delicato rapporto tra musica e psicologia è ben noto fin dall’antichità ed è un fattore innato nell’essere umano, che trascende le culture di riferimento, le epoche storiche e i luoghi geografici.

Pensiamo, ad esempio, a domande che tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita: “perché un certo tipo di musica ha la capacità di rilassarci o di metterci di buonumore?”; “perché i bambini si addormentano facilmente al suono di una ninna-nanna?”.

La musica, insomma, influisce sulla mente e in generale sul benessere degli esseri umani.  Esistono dunque dei metodi per rendere la musica parte integrante di un processo terapeutico?

Che cos’è la musicoterapia

Negli ultimi decenni si è sviluppata sempre di più, a livello globale, una disciplina nota come musicoterapia, per quanto le origini di tale disciplina siano piuttosto antiche:  il primo trattato di musicoterapia proviene addirittura dalla Gran Bretagna del Diciottesimo secolo e fu redatto da Richard Brockiesby, medico e musicista.

La musicoterapia è un tipo di terapia basato sull’utilizzo della musica, allo scopo di migliorare il benessere psicologico, sociale e fisico di un individuo.

La musicoterapia si basa su un ampio numero di attività, in particolare l’utilizzo di esercizi musicali terapeutici, allo scopo di facilitare e migliorare, nel paziente, risultati funzionali, come ad esempio:  

  • abilità cognitive,

  • uso della parola e del linguaggio,

  • coordinazione motoria,

  • performance accademiche,

  • crescita emotiva,

  • abilità di interazione sociale.

La musicoterapia è praticata in un grande numero di contesti: ospedali, centri riabilitativi, scuole, istituti correttivi, case di cura.

Il musicoterapista: chi è, cosa fa, qual’è la sua formazione

Il prestigioso Beklee College Of Music di Boston definisce il musicoterapista (o musicoterapeuta) : “un terapista e musicista professionista, con una formazione certificata, che agisce come parte di un team di professionisti all’interno di un programma medico, educativo o di integrazione sociale”.

Dopo aver compreso i bisogni specifici del paziente, un musicoterapista qualificato fornisce il trattamento adeguato, che include attività quali creare musica, cantare, ascoltare o muoversi a tempo di musica. Attraverso la partecipazione alle attività del percorso terapeutico, le abilità del paziente vengono rafforzate e possono dunque essere trasferite  in altre aree specifiche della sua esistenza.

La musicoterapia funziona?

La musica ha effetti salutari sulla mente umana, in quanto stimola le onde cerebrali:  ritmi più forti e veloci tendono ad esempio a creare un maggiore senso di allera, mentre ritmi più lenti possono essere di aiuto in attività di rilassamento o meditazione. Tali fenomeni possono naturalmente essere espansi e trovare applicazioni terapeutiche di varia tipologia.

Diverse ricerche hanno dimostrato hanno dimostrato l’efficacia della musicoterapia in vari contesti medico-sanitari:  

  • Un recente studio pubblicato nel “Journal of the the American Medical Association” ha dimostrato che i bambini ricoverati nei reparti del pronto soccorso che ascoltano musica durante le procedure di routine mostrano meno segni di stress e minori livelli di dolore di quelli a cui invece è impedito ascoltarla.

  • Un ulteriore studio Americano del 2009 mostra come diversi pazienti che soffrono di depressione abbiano registrato considerevoli benefici a seguito di attività di musicoterapia.

  • Una ricerca del 2011 ha dimostrato come la musicoterapia abbia sortito effetti positivi su pazienti affetti da cancro: la ricerca ha evidenziato miglioramenti sostanziali nell’umore, nei livelli di dolore e ansia, nella qualità della vita, nei livelli di pressione sanguigna e del battito cardiaco dei pazienti che si sono sottoposti a musicoterapia.

La musicoterapia è oggi impiegata come terapia addizionale nel trattamento di diversi disturbi psicologici, psichiatrici e neurologici, tra cui:

  • depressione,

  • autismo,

  • alzheimer,

  • demenza senile,

  • disturbi del sonno,

  • diversi tipi di handicap fisici, psichici, emotivi.

Naturalmente, la musicoterapia va sempre intesa come cura palliativa e complementare, da associare sempre e comunque a interventi di altro genere, siano essi di tipo terapeutico e/o farmacologico a seconda del disturbo in oggetto.

La musicoterapia in Italia

In Italia, la musicoterapia soffre ancora oggi di diverse difficoltà dal punto di vista del riconoscimento giuridico, pur trovando di fatto un vasto impiego in diversi ambiti clinici e pedagogici: rientra al momento tra le attività professionali non regolamentate e questo naturalmente comporta non pochi problemi circa la formazione e il reperimento di figure professionali che possano svolgere tale professione nella maniera più adeguata

Di fatto, per le ragioni spiegate sopra, in Italia  la figura del musicoterapista (o musicoterapeuta) è utilizzata e ricerca, ma non completamente riconosciuta a tutti i livelli.

Il nostro auspicio naturalmente è quello di vedere nel nostro Paese un’evoluzione anche in senso normativo per questa disciplina così multi-sfaccettata e dai molteplici utilizzi e benefici.   

La prima scuola di musicoterapia in Italia nacque di Assisi del 1981. Oggi la scuola si chiama Musicoterapia Assisi e organizza un corso quadriennale in musicoterapia.  

La principale associazione di categoria nel nostro Paese è  la FIM (Federazione Italiana Musicoterapeuti), che organizza corsi di formazione professionale per musicoterapeuti.

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