La dieta può prevenire il morbo di Alzheimer?

Nutrizione • 23 febbraio 2017 • Commenti:

Il morbo di Alzheimer è la più comune forma di demenza senile, caratterizzata da una perdita consistente di volume cerebrale causata dalla morte neuronale,  e da accumuli anomali di materiale dannoso all’interno del cervello. Colpisce entrambi i sessi (con un’incidenza maggiore nel sesso femminile) a partire dalla sesta decade di vita e le sue cause non sono ancora state chiarite, nonostante siano state formulate numerose ipotesi al riguardo.  L’ereditarietà è la causa in una piccola percentuale di pazienti, mentre sembra che le caratteristiche ambientali e le abitudini di vita (come la dieta) siano determinanti nell’insorgenza della maggior parte dei casi.

Attualmente non esiste una cura:  per questo i medici insistono molto sulla prevenzione primaria, cioè l’insieme di accorgimenti e modificazioni dello stile di vita utili per evitare, ritardare o perlomeno rallentarne l’insorgenza. I principali strumenti utili nella prevenzione dell’Alzheimer sono l’attività fisica, l’allenamento mentale (ad esempio l’abitudine di leggere e fare cruciverba) e soprattutto la dieta mediterranea.

Il cibo è qualcosa che noi ingeriamo ogni giorno, e le alterazioni dovute ad un’alimentazione non corretta cominciano a danneggiare il cervello 20 anni prima che si manifesti la malattia.

L’importanza della dieta nella prevenzione dell’Alzheimer è supportata dall’evidenza che l’incidenza della malattia stia aumentando esponenzialmente nei paesi in via di sviluppo contestualmente al mutare delle loro abitudini alimentari, sempre più orientate verso i cibi spazzatura e da fast - food.

Recenti studi hanno dimostrato che in individui che seguivano un menu di dieta mediterranea, con il giusto apporto di proteine, carboidrati e grassi, l’incidenza della malattia era minore, portando dunque affermare che la dieta era a tutti gli effetti una forma di prevenzione del morbo di Alzheimer.

Nonostante i risultati siano evidenti, non sono chiari i motivi per i quali un piano alimentare mediterraneo prevenga l’insorgenza di tale malattia: è stato ipotizzato che il ridotto apporto di grassi (e conseguentemente di trigliceridi e colesterolo nel sangue), unitamente all’elevato apporto di frutta e verdura (i cui valori nutrizionali la rendono l’alimento ideale: poche calorie, zero grassi, vitamine e minerali in quantità) protegga i neuroni, evitandone la degenerazione e la distruzione.

Una nutrizione sana e corretta è quindi un’arma vincente per contrastare l’invecchiamento e le patologie che lo accompagnano. Non è necessario sottoporsi ad eccessive privazioni  o evitare totalmente determinati cibi: l’importante è non eccedere nel consumo di acidi grassi saturi, contenuti nel burro, nei formaggi e nella carne. In questi cibi, infatti, sono contenute sostanze note come AGEs (advanced glycation end products o prodotti finali della glicazione avanzata), che si formano dalla reazione delle proteine e dei grassi con lo zucchero. Queste molecole creano uno stato di infiammazione cronica, pregiudicando il funzionamento delle cellule cerebrali e contribuendo alla formazione dei depositi cerebrali di β-amiloide (proteina che si accumula sotto forma di placche), dando luogo ai sintomi tipici del morbo di Alzheimer.

L’assunzione di grandi quantità di fibre alimentari (contenute in frutta e verdura fresca, nei cereali integrali e nei legumi), di acidi grassi insaturi (quali ad esempio la frutta secca ed il salmone, ricco di omega-3 e omega-6) e di sostanze antiossidanti (quali vitamine C ed E, selenio, zinco e β carotene), invece, avrebbero un ruolo positivo nell’evitare l’insorgenza di malattia, proteggendo le cellule cerebrali dall’attacco degli AGEs. Tutti questi alimenti sono normalmente presenti nei pasti mediterranei e si può quindi affermare che la mediterranea rappresenti senza dubbio la migliore dieta per la prevenzione del morbo di Alzheimer.

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