L’anemia da carenza di ferro nei bambini

Dietetica • 17 dicembre 2015 • Commenti:

Il ferro è un microelemento indispensabile per il corretto funzionamento dell’organismo umano. Circa il 75% del ferro contenuto nel nostro organismo si trova nei composti chimici che sono attivi biologicamente: emoglobina, mioglobina, enzimi e transferrina. Il resto, depositato nella ferritina o emosiderina, svolge un compito di riserva e viene rilasciato in caso di carenza. Solitamente si tratta di una quantità superiore nel caso degli uomini.

ll ferro, nell’organismo umano, ha una serie di compiti: è indispensabile per il trasporto e l’immagazzinamento di ossigeno, il trasporto di elettroni, la desaturazione degli acidi grassi, la decomposizione del perossido di idrogeno, la biosintesi delle prostaglandine, il catabolismo del triptofano o la detossicazione dei composti chimici tramite il citocromo P450.  Sia la carenza che l’eccesso di ferro possono causare la disfunzione di molti apparati e organi interni ma nella maggior parte dei casi viene diagnosticato un basso valore di questo elemento chimico. Il disturbo più grave che possiamo riscontrare in quei casi è l’anemia da carenza di ferro.

Anemia da carenza di ferro

In caso di assunzione insufficiente di ferro tramite alimentazione dapprima si va incontro alla diminuzione delle riserve accumulate, successivamente si presentano dei cambiamenti biochimici che ne rispecchiano la carenza. In seguito a queste variazioni si verifica l’anemia.  Oltre a questo caso, che è quello più diffuso, ulteriori fattori di rischio possono essere: bisogno maggiore di ferro, perdita di sangue o scarse riserve di ferro (p.es. nei casi di bambini nati precocemente o di quelli con un peso molto ridotto).

I sintomi specifici dell’anemia sono: nei neonati e bambini piccoli – attività ridotta, sonnolenza, irritabilità, mancanza di appetito; nei bambini più grandi – debolezza, stanchezza, dolori e giramenti di testa, macchie nel campo visivo, ronzio nelle orecchie, palpitazioni. I sintomi oggettivi sono solitamente: pallore della pelle, pallore delle congiuntiva palpebrale e delle mucose, irritazioni negli angoli delle labbra, infiammazione della membrana mucosa della bocca, fragilità delle unghie e dei capelli, tachicardia.

Per la diagnosi sull’anemia da carenza di ferro sono d’aiuto le analisi laboratoriali, nelle quali si considera: un basso livello di emoglobina e gli indici eritrocitari MCV e MCHC nella morfologia del sangue; inoltre, un abbassamento del livello del ferro o della ferritina nel siero del sangue.

La cura dell’anemia da carenza di ferro consiste nella integrazione di questo elemento chimico: per i bambini al di sotto dei 14 anni – oralmente 4-6 mg ferro/kg di massa corporea al giorno per 2-3 mesi, non superando la dose di 100-150 mg al giorno; in caso di intolleranze verso medicinali assunti per via orale o disturbi di assimilazione – iniezione nel muscolo di 100 mg. In casi estremi un metodo di cura può essere la trasfusione del concentrato eritrocitario. Un elemento importante è anche la correzione della dieta della persona afflitta dall’anemia affinché la carenza e i sintomi ad essa collegati non si ripresentino più. La dieta dovrebbe essere ricca di prodotti dal alto contenuto di ferro (i prodotti con il più alto contenuto di ferro sono quelli che ai bambini non piacciono: il fegato di maiale, il cacao 16%, i pistacchi, il prezzemolo) che dovrebbero essere assunti insieme agli alimenti ad alto contenuto di vitamina C ma non a quelli che riducono l’assimilazione di ferro – ossalati, fitati, tannini o fosfati.

L’influenza della carenza di ferro e dell’anemia da carenza di ferro nella crescita dei bambini

Anche se gli studi relativi alla carenza di ferro e alla conseguente anemia in relazione allo sviluppo psicomotorio nel periodo neonatale non danno risposte chiare, esistono prove sull’abbassamento delle funzioni cognitive di quei bambini. È stato confermato che i bambini di 3-6 anni, che presentano una carenza di ferro, ottengono risultati peggiori nei test sul neurosviluppo, con una riduzione di concentrazione e si tratta di risultati che migliorano dopo la somministrazione del ferro.

Il giusto livello di ferro nell’organismo dal primo anno di vita porta vantaggi nello sviluppo dell’apparato nervoso centrale. In caso di carenza del ferro sono presenti disturbi di alcune funzioni quali: il metabolismo dei neuroni, la formazione dei neurotrasmettitori, la mielinizzazione, o la memoria.

Per quanto riguarda i bambini più grandi, il problema potrebbe produrre sintomi a sé come la fragilità dei capelli e delle unghie, cosa che potrebbe abbassare l’autostima della persona (ciò è pericoloso, soprattutto durante il periodo dell’adolescenza). Sonnolenza, sensazione di stanchezza e giramenti di testa possono dare difficoltà durante lo studio, il che avrà sempre influenza sulla crescita del bambino. I sintomi possono infine demotivare anche dal fare l’attività fisica, determinando sovrappeso o obesità.

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