Iperferritinemia. Cosa posso mangiare?

Esperto Svitlana Kovalenko • 16 maggio 2018 • Commenti:

Che cosa posso mangiare in caso di iperferritinemia?

È bene ricordare che spesso un valore alto di ferritina nel sangue è solo un sintomo di un problema. Perciò - prima di iniziare qualunque tipo di cure - è necessario consultare un medico per stabilire, dove possibile, la causa della iperferritinemia.

Il fabbisogno giornaliero di ferro dell’uomo è di 1 mg mentre quelle delle donne è di 2 mg nel periodo di fertilità che aumenta fino a 3 mg durante la gravidanza. L’organismo dell’uomo in media contiene circa 50 mg /kg peso corporeo di ferro nel maschio, mentre nell’organismo della donna in media ci sono circa 35 mg/kg peso corporeo. La quota maggiore del ferro è suddivisa in modo che 70 % di ferro si trova nell’emoglobina, 10 % nel mioglobina, 20 % nel ferritina ed emosiderina e 0.1% nel trasferrina.

Il nostro organismo assimila il ferro nel tratto duodenale attraverso l’alimentazione. Normalmente viene assorbito 1-2 mg al giorno, mentre in particolari condizioni può essere assorbito fino 3-5 mg di ferro al giorno.

Le cause dell’iperferritinemia possono essere diverse. Predisposizione genetica, mutazione di uno o più geni responsabili del metabolismo del ferro, sovraccarico del ferro determinato da malnutrizione, da infiammazioni acute e croniche, infezioni acute, epatopatie, malattie dismetaboliche, malattie ematologiche, neoplasie, assunzione di alcuni farmaci o integratori, uso quotidiano di alcolici e superalcolici oppure iatrogena.

Una delle più importanti complicazioni della iperferritinemia è legata all’accumulo di ioni di ferro in organi come fegato, midollo osseo, ghiandole endocrine, cuore, polmoni, pelle che possono con il passare del tempo determinare gravi danni multiorgano.

Nella maggior parte dei casi, l’alto valore di ferritinemia viene scoperto per caso , nell’età tra 40 e 70 anni. Nella maggior parte dei casi (quasi 90%) non si associa a sovraccarico marziale.

Prima di iniziare qualunque tipo di cure, includendo anche la dieta, è necessario consultare un medico per stabilire, dove possibile, la causa della iperferritinemia.

Spesso un’alimentazione equilibrata aiuta ad abbassare i valori alti di ferritina, ma se parliamo di un piano alimentare è necessario valutare un quadro clinico completo. Spesso l’iperferritinemia viene accompagnata da sindrome metabolica, obesità (alterato metabolismo di colesterolo, trigliceridi, metabolismo glucidico)…

Solo dopo una corretta valutazione del quadro clinico completo è possibile prescrivere un piano alimentare personalizzato.

Il ferro come microelemento è presente in tutti gli alimenti ma in quantità differenti. Inoltre, esistono due tipi di ferro: Ferro emico (presente nei prodotti di origine animale, può essere assorbito fino a 40%) e ferro non eme (presente negli alimenti vegetali, poco assorbibile).

Non è sufficiente sapere quali alimenti contengono più ferro, ma dobbiamo sapere come devono essere accostati tra di loro per poter ridurre livelli sierici di ferro.

La carne, il pesce, i crostacei in particolare, le uova, latte e latticini possono essere consumati tranquillamente 2-3 volte alla settimana.

Da ricordare che la presenza in un pasto cibi ricci di vitamina C e B12 aiutano assorbimento di ferro.

Associando alimenti ricchi di vitamina C (soprattutto limone, arancia, pompelmo) si può aumentare la biodisponibilità di ferro per più di 4 volte. Anche Vitamina A e Vitamina E (principali fonti sono olio di germe di grano, olio di girasole, olio di mandorle, mandorle, nocciole, cereali integrali…) hanno lo stesso effetto.

Non dobbiamo escludere intere gruppi alimenti dalla nostra alimentazione, ma bisogno sapere abbinarli tra di loro. Per esempio la frutta ricca delle suddette vitamine, in caso di iperferritinemia è necessario assumerla almeno 2 ore dopo il pasto.

Rallentano l’assorbimento di ferro i tannini presenti nel caffè, teè, vino sia rosso che bianco, cioccolato, alcune spezie aromatiche.

Gli alimenti ricchi di calcio riducono l’assorbimento del ferro se vengono consumati nello stesso pasto. Per esempio se prendete un bicchiere di latte scremato con crusca oppure biscotti integrali (in quantità di circa 300-600 mg) questo impedisce l’assorbimento di sia ferro eme che Ferro non eme. Anche un panino con pane integrale e ripieno di affettati e formaggio è l’abbinamento ideale per ridurre l’assorbimento di ferro.

Lo stesso risultato si può ottenere mangiando un panino integrale con uovo sodo e verdure grigliate. L’uovo è ricco di una fosfoproteina (fosvitina) che blocca l’assimilazione di ferro; la sua azione aumenta in presenza di fibre. È stato dimostrato che l’uovo sodo se viene associato con la carne durante lo stesso pasto riduce la biodisponibilità di ferro eme di circa il 30%.

Per ridurre la biodisponibilità di ferro eme di origine animale possiamo utilizzare spezie come origano, prezzemolo, basilico. Da consumare con moderazione il vino durante i pasti sia perché ricco di polifenoli che riducono l’assorbimento del ferro, sia perché l’alcol se viene consumato in eccesso (più di due bicchieri al giorno) determina il peggioramento della funzionalità epatica.

Le verdure a foglia verde sono ricche di ferro non eme, ma per assorbirlo necessitano della presenza di vitamina B12. Un piatto unico a base di cereali integrali, tonno e verdure è un altro esempio di un pasto che riduce l’assorbimento del ferro.

Anche le verdure come barbabietola, bieta, verza, cavoli verdi, spinaci, ricche di ossalati diminuiscono l’assorbimento di ferro non eme.

Un dessert a base di fragole (al naturale o solo con zucchero) ed un caffe bevuto subito dopo il pasto riducono assorbimento di ferro in alcuni casi fino al 60-70 %.

Le fragole sono ricche di ossalati mentre le mele, more, lamponi e mirtilli ricche di polifenoli se consumati durante o subito dopo il pasto inibiscono l’assorbimento del ferro.

Inoltre, il cioccolato fondente ed al latte riducono l’assorbimento del ferro.

La nicotina e l’uso di prodotti per smettere di fumare possono aumentare l’assorbimento del ferro alimentare.

Uno stile di vita basato su attività fisica regolare (per esempio camminare a passo sostenuto per 20 -30 min per tre volte alla settimana, andare a bicicletta, fare nuoto…) associata con la dietoterapia permette in maggior parte dei casi tenere sotto controllo sia i valori di ferritinemia, che regolarizzare i processi metabolici compromessi.

Esperto

Svitlana Kovalenko medico estetico, dietologo, agopuntore Dott.ssa

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