Il vostro dottore pensa che abbiate bisogno di un intervento chirurgico alle paratiroidi?
Endocrinologia • 24 marzo 2017 • Commenti:
Le paratiroidi sono piccole ghiandole endocrine situate nel collo, in prossimità della tiroide: la loro funzione principale è secernere l’ormone paratiroideo (PTH), in grado di controllare la concentrazione di calcio e fosforo all’interno del flusso sanguigno.
La scelta di sottoporsi ad un’operazione chirurgica di asportazione della paratiroide dev’essere presa dopo un’attenta valutazione congiunta con il proprio medico, possibilmente affidandosi alle mani di un chirurgo esperto.
Perché sottoporsi all’intervento chirurgico?
Il motivo più comune per cui ci si sottopone ad intervento chirurgico è una diagnosi di una neoplasia, normalmente benigna (adenoma), di una ghiandola paratiroide, che è la causa principale di iperparatiroidismo primario, ovverosia una crescita benigna di una ghiandola paratiroide. Come conseguenza dell’aumento di volume, la ghiandola produce quantità eccessive di ormone paratiroideo, comportando un aumento del livello di calcio nel sangue potenzialmente responsabile di alcuni fra i seguenti sintomi:
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disturbi dell’umore
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problemi di concentrazione
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affaticamento
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calcoli renali
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ulcere intestinali
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reflusso gastroesofageo
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dolore addominale
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osteoporosi
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dolore osteoarticolare
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stanchezza generalizzata
Inoltre, può capitare che i pazienti in dialisi per insufficienza renale possano sviluppare un iperparatiroidismo secondario, cioè causato dalla presenza di un’altra patologia che determini una carenza relativa di calcio.
Benefici dell’intervento chirurgico
Dopo un intervento chirurgico andato a buon fine, i livelli di calcio e di ormone paratiroideo nel sangue tornano alla normalità, favorendo una remissione dei sintomi associati all’iperparatiroidismo. È possibile che alcuni fra i sintomi più comuni (come l’affaticamento) permangano anche in seguito all’intervento chirurgico: in questo caso la responsabilità è da attribuire ad una condizione diversa dall’iperparatiroidismo.
Cosa aspettarsi il giorno dell’operazione?
Una settimana prima dell’intervento è necessario sospendere l’assunzione di farmaci anticoagulanti e antinfiammatori, sempre sotto controllo medico. L’operazione può durare da 30 minuti a 3 ore, e viene solitamente effettuata in anestesia totale.
L’intervento chirurgico consiste solitamente nell’asportazione della ghiandola paratiroide responsabile dell’alto livello di PTH, ma in caso di tumore può essere necessario un intervento più invasivo.
Nella maggior parte dei casi il paziente può tornare a casa il giorno stesso dell’intervento, a meno che non sia consigliabile un periodo di osservazione a causa di patologie pregresse o interventi maggiormente invasivi. La capacità di mangiare, bere o parlare normalmente non viene intaccata dall’intervento chirurgico alle paratiroidi e molte persone riprendono serenamente la propria vita già dal giorno successivo all’operazione (dopo il controllo di routine del livello di PTH).
Decorso postoperatorio
La sintomatologia più frequentemente riferita dai pazienti dopo l’operazione consiste in mal di gola di moderata entità ed affaticamento, entrambi destinati a scomparire nel giro della prima settimana. Alcune persone accusano la presenza di tosse secca o di dolore durante la deglutizione, la cui scomparsa è da attendersi entro un periodo di due settimane. Raramente capita che il corpo risponda all’operazione chirurgica con i sintomi di una ipocalcemia, cioè la riduzione della concentrazione di calcio nel sangue, della durata di alcuni giorni: sonnolenza e formicolii possono essere tenuti a bada assumendo degli integratori di calcio e vitamina D.
Entro le prime tre settimane dall’intervento ha luogo la prima visita di controllo, nella quale il medico comunica l’esito dell’analisi del tessuto asportato e controlla lo stato della cicatrice operatoria. In assenza di complicanze, sarà necessario fissare un appuntamento una o due volte all’anno con l’endocrinologo per controllare i livelli di calcio e ormone paratiroideo nel sangue.
Complicanze dell’intervento chirurgico
Fra le rare complicanze dell’intervento chirurgico alle paratiroidi, una delle più comuni è il danneggiamento del nervo laringeo ricorrente (o nervo laringeo inferiore), una diramazione del nervo vago che corre lungo la trachea e ha un controllo sull’espressione vocale. Un danno al nervo laringeo ricorrente può causare raucedine nel paziente, cioè un’alterazione della voce che solitamente scompare nel tempo, anche se per una piccola percentuale di pazienti il danno è permanente.
Un’altra possibile complicanza, soprattutto fra le persone in cui si è reso necessario asportare più di una ghiandola, è un permanente basso livello di calcio nel sangue, che prende il nome di ipoparatiroidismo. Il trattamento per l’ipoparatiroidismo consiste nell’assunzione di integratori di vitamina D e calcio.