Il trattamento dietetico della sindrome dell'ovaio policistico

Ginecologia • 18 gennaio 2017 • Commenti:

La sindrome dell'ovaio policistico è un disturbo che interessa le ovaie e determina alterazioni ormonali che interessano tutto il corpo della donna. È una condizione frequente e si ritiene che colpisca fino al 30% della popolazione femminile.

I sintomi della sindrome dell'ovaio policistico sono numerosi; i più frequenti sono:

  • alterazioni del ciclo mestruale: ciclo irregolare, sanguinamento abbondante e mestruazioni dolorose sono tipiche dell’ovaio policistico;
  • squilibri ormonali: aumenta la produzione di ormoni sessuali maschili, come il testosterone e gli androgeni. Sono presenti anche alterazioni della produzione di ormoni tiroidei, della prolattina e degli ormoni sessuali;
  • crescita di peluria in eccesso sul viso, sulle braccia, sulle gambe e sul tronco;
  • modificazioni della pelle, che si presenta più scura e produce maggiori quantità di sebo. È frequente la presenza di acne;
  • disturbi del sonno: apnee notturne, insonnia, sonnolenza eccessiva e russamento intenso;
  • disturbi dell'umore: compaiono ansia, instabilità emotiva, depressione e irritabilità;
  • aumento di peso e tendenza all'obesità;
  • disturbi della gravidanza, aborti ripetuti e difficoltà della fecondazione.

La relazione tra sindrome dell'ovaio policistico e aumento di peso

Le donne con sindrome dell'ovaio policistico tendono al sovrappeso. I meccanismi alla base di questo problema sono diversi:

  • la sindrome dell'ovaio policistico causa alterazioni della produzione di insulina (responsabile del metabolismo dello zucchero), aggravate dallo scarso funzionamento di questo ormone (fenomeno noto come insulinoresistenza). L'eccesso di insulina determina un aumento del peso;
  • nella sindrome dell'ovaio policistico vi è una maggiore formazione di depositi di grasso addominale e negli organi interni. Questi depositi di grasso causano un incremento del rischio di malattie cardiovascolari e di tumori (soprattutto cancro dell’endometrio, della mammella e dell’utero).

Consigli dietetici nella sindrome dell'ovaio policistico

È possibile esercitare un buon controllo sulla malattia attraverso la dieta.

  • Per contrastare l'aumento di peso, è fondamentale seguire una dieta ipocalorica a basso apporto energetico.
  • Per migliorare il metabolismo degli zuccheri e ridurre l'impatto dell'insulinoresistenza, è opportuno prediligere gli alimenti a basso indice glicemico.
  • Un’abbondante idratazione è fondamentale per contrastare la ritenzione idrica. Si consiglia di bere molta acqua o bevande non gassate (tè caldo e freddo, tisane, spremute). Si consiglia di realizzare tali bevande in proprio per controllare che non contengano zuccheri aggiunti. Il consumo di bevande industriali, gassate, zuccherate o di alcolici deve essere ridotto.
  • L’apporto di sale deve essere diminuito.
  • Il fumo deve essere abolito per ridurre il rischio cardiovascolare e di tumori.
  • L’attività fisica è indispensabile perché produce numerosi benefici nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico:
  • riduce l’insulino-resistenza e aumenta la quota di zuccheri consumati dalle cellule;
  • favorisce il calo di peso;
  • produce benefici anche sul piano psicologico, grazie al rilascio di endorfine e serotonina conseguenti all’esercizio.

È preferibile un’attività fisica di tipo aerobico, che determina un elevato dispendio energetico: sport come danza, corsa e nuoto sono ottimi per la riduzione del peso corporeo, mentre attività come zumba, ginnastica o gli sport di squadra associano al beneficio del movimento quelli che derivano dalla socializzazione.

Quali alimenti preferire?

Le donne con sindrome dell’ovaio policistico dovrebbero seguire una dieta equilibrata e ipocalorica, favorendo i seguenti cibi:

  • frutta, possibilmente fresca e di stagione: ciliegie, pesche, kiwi, pere.
    Bisogna, tuttavia, limitare il consumo della frutta ad elevato contenuto di zuccheri (banane, uva, albicocche, cachi);
  • verdura, da consumare sia fresca che cotta. Si consiglia di sostituire l’abituale sequenza delle portate “primo + secondo” con un piatto unico a base di verdure di stagione, ancor meglio se associate a legumi;
  • legumi: fagioli, lenticchie, ceci e piselli sono ottimi sia in insalata che come ingredienti per zuppe o minestre;
  • pesce, specialmente il pesce azzurro (alici, acciughe, sgombri, orata, etc.) è ricco di grassi benefici che contrastano l’accumulo di colesterolo LDL (cosiddetto “colesterolo cattivo”) nei vasi sanguigni;
  • semi oleosi: semi di girasole, noci, nocciole, mandorle e chia contengono grassi vegetali protettivi per il cuore;
  • cibi integrali (riso, pasta, pane e farine in generale) sono da preferire rispetto a quelli raffinati per il loro minore indice glicemico.
  • patate devono essere intese come un sostituto dei prodotti farinacei per il loro importante contenuto in amido, che le rende simili a pane e pasta dal punto di vista nutrizionale.

Il consumo di carne rossa, salumi, formaggi stagionati, fritti, dolciumi e grassi deve essere ridotto a causa del loro elevato apporto energetico e dell’indice glicemico alto.

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