Il peso ideale non esiste e la bilancia non sempre dice la verità

Esperto Maria CassanoNutrizione • 19 febbraio 2016 • Commenti:

Il dimagrimento è un evento molto delicato per il nostro organismo, in quanto coinvolge vari organi e tessuti. È importante, quindi, preoccuparsi non solo di perdere peso, ma anche e soprattutto di come perderlo, per ottenere così benefici effettivi sul piano estetico e allo stesso tempo proteggere la salute.

Quando si dimagrisce, specie se velocemente, non si perde solo massa grassa, ma anche massa magra; oltre a ridursi il grasso corporeo, quindi, si perde anche la muscolatura.

Poiché i muscoli sono importanti per consumare le kilocalorie che introduciamo mangiando, è bene perdere meno massa muscolare possibile. Oggi la maggior parte delle persone è ossessionata dall’ago della bilancia, senza sapere che si tratta di un "arnese" nato nell’Ottocento che spesso racconta bugie: ci può aiutare a darci un’idea di come siamo cambiati nel lungo periodo ma non in una fase di dimagrimento limitato nel tempo, e non tutti sono al corrente del fatto che il valore espresso dalla bilancia non è sempre attendibile per capire se siamo in sovrappeso oppure no, se abbiamo acquistato o perso grasso o massa magra.

Il nostro corpo è costituito da due compartimenti fondamentali: la massa grassa (FM, Fat Mass), cioè tutti i grassi estraibili dai tessuti corporei, e la massa magra (FFM, Fat Free Mass), cioè tutti i restanti tessuti ed elementi chimici privi di grasso, (acqua, muscolo, osso, tessuto connettivo e organi interni).

La bilancia tradizionale non è in grado di distinguere i due compartimenti, e di conseguenza non è in grado di dare informazioni sulla composizione corporea di una persona e di stabilire quindi se una persona è grassa oppure no.

In pratica, due individui con la stessa altezza e lo stesso peso possono essere molto diversi dal punto di vista della composizione corporea, perciò l'indice di massa corporea non è attendibile per determinare il peso ideale di una persona.

Come sapere se i kg persi o acquisiti sono realmente di grasso?

Ci sono diversi metodi più o meno precisi:

  • Il più utilizzato in ambito sportivo è quello della plicometria. Con appositi strumenti detti plicometri si va a misurare lo spessore delle pieghe (pliche) della pelle in determinati punti del corpo. L’aumento della quantità di grasso determina, infatti, un aumento del grasso sottocutaneo, e quindi dello spessore della pelle.

  • Ci sono poi altri metodi più precisi per calcolare la composizione corporea. In commercio si trovano delle bilance particolari che, basandosi sul metodo dell’impedenzometria, calcolano automaticamente non solo il peso del soggetto, ma anche la percentuale di massa grassa. In pratica esse valutano, oltre al peso, l’impedenza (opposizione) offerta dai tessuti corporei al passaggio di una corrente alternata a bassa frequenza, la quale può tradursi in una stima dell’acqua corporea e quindi della massa magra.

Il problema di queste bilance è che sono abbastanza imprecise, per diversi motivi: innanzitutto la valutazione del grasso corporeo dipende molto dallo stato di idratazione dell’individuo, e inoltre gli elettrodi si fanno passare solo dagli arti inferiori (l’impedenza degli arti superiori si calcola tramite formule di approssimazione).

Queste bilance si possono comunque utilizzare considerando il dato della massa grassa non in termini assoluti, ma come base di paragone per eventuali scostamenti: è chiaro infatti che, se a parità di condizioni la bilancia mostra valori percentuali diversi di massa grassa, si è dimagriti o ingrassati (a seconda che il valore percentuale sia maggiore o minore).

L'esame bioimpedenziometrico

Infine, un altro metodo spesso usato dai nutrizionisti è l’esame bioimpedenziometrico. Questo esame si basa sullo stesso principio dell’impedenza sopra descritto, con la differenza che gli elettrodi si fanno passare sia dagli arti superiori sia da quelli inferiori, pertanto i dati ottenuti risultano più attendibili.

Si tratta di uno strumento costituito da 4 elettrodi da applicare, rispettivamente, 2 sul dorso delle mani e 2 sul dorso dei piedi: a essi vengono collegati dei fili conduttori nei quali viene fatta passare la corrente elettrica che, attraversando le strutture corporee, subisce un calo della sua intensità dovuto all'impedenza associata a tali strutture.

Il segnale risultante, ovvero la risposta in termini di intensità elettrica, viene poi trasmesso a un apparecchio trasduttore che raccoglie i dati traducendoli in misure corporee.

La valutazione bioimpedenziometrica è un esame bioelettrico per l’analisi della composizione corporea a livello qualitativo e quantitativo, e ha un'importanza fondamentale per monitorare la perdita di peso in quanto:

1. Permette di valutare quanto grasso c’è nel corpo prima di iniziare una dieta;

2. Permette di avere una stima del metabolismo basale;

3. Permette di escludere o valutare l’entità di eventuali stati di ritenzione idrica;


4. Permette di dimostrare che la dieta sta realmente facendo perdere massa grassa.


Un altro aspetto da tenere in grande considerazione è l'identificazione della topografia del grasso, ovvero in quali aree del corpo il grasso si accumula. L’accumulo di grasso in alcune parti del corpo sembra dannoso, mentre in altre appare poco pericoloso.

Se non avete a disposizione queste sofisticate attrezzature, sappiate che le bilance di ultima generazione sono abbastanza attendibili per avere una stima di come la vostra composizione corporea cambia nel corso del dimagrimento.

Il peso Ideale non esiste!

Per quasi due secoli, il metodo utilizzato per definire se una persona fosse in sottopeso, normopeso, sovrappeso o obesità è stato il BMI (Body Mass Index, in italiano Indice di Massa Corporea), che può essere calcolato per ognuno di noi secondo una formula inventata dallo statistico e astronomo belga Adolphe-Jacques-Lambert Quetelet (1796-1874).

Per sapere qual è il nostro BMI bisogna dividere il nostro peso espresso in kg per il quadrato della nostra altezza espressa in metri: quindi, per fare un esempio, il BMI di una persona alta 1.70 metri che pesa 60 kg è 20,76 (60 / 1.70 x 1.70 = 20,76).

Che cosa ci dice il BMI?

Se il valore del BMI è maggiore di 40 ci troviamo di fronte a una grave obesità, se è compreso tra 30 e 40 siamo nella condizione di obesità, se è compreso tra 25 e 30 siamo in sovrappeso, se è compreso tra 18,5 e 25 indica una condizione di normalità, e se è inferiore a 18,5 ci troviamo in una condizione di sottopeso (quindi, nell’esempio sopra riportato, il BMI indica una condizione di normopeso).

Tuttavia, alcune ricerche pubblicate recentemente sulla rivista scientifica Science hanno dimostrato come in molti casi il BMI da solo non sia in grado di determinare lo stato di salute di una persona: queste ricerche indicano che le persone che in base al BMI andrebbero considerate in sovrappeso (BMI tra 25 e 30) in realtà tendono a vivere di più rispetto a quelle che rientrano nei valori della condizione di normalità (BMI tra 18,5 e 25). Ciò prova che il BMI non indica in modo accurato la proporzione tra tessuto grasso e tessuto muscolare.

In conclusione, avere un Indice di Massa Corporea normale non sempre esclude carenze nutrizionali (ad es. il 24% degli americani con Indice di Massa Corporea normale presenta profili metabolici alterati, che vanno dalla resistenza insulinica all’eccesso di colesterolo).

 

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