I bambini piangono in maniera diversa per comunicare qualcosa: vero o falso?

Pediatria • 14 marzo 2017 • Commenti:

Una domanda che tutti i genitori si pongono quando crescono i loro bambini è: “Perché il mio bambino piange?”. I bambini piangono spessissimo - apparentemente senza ragione - ed a tutte le ore, rendendo la vita dei genitori piuttosto difficile, a causa delle poche ore di sonno.
A tutti piacerebbe sapere precisamente ciò di cui il bambino ha bisogno, per porre fine al suo pianto e – perché no – tornare a dormire serenamente.

Perché i bambini piangono così tanto?

Purtroppo, la prima reazione a qualsiasi condizione sgradevole che il bambino sperimenta è il pianto, poiché non è capace di comunicare in alcun altro modo. Ecco la risposta alla domanda “Perché i bambini piangono così tanto?”: perché piangono per qualsiasi cosa.
Alcuni motivi sono:

  • freddo

  • caldo

  • fame

  • sete

  • dolore

  • sonno

  • stanchezza

Si potrebbe dire scherzosamente che un bambino non piange solamente quando dorme! Ora è abbastanza chiaro il motivo per cui i bambini sembrano piangere tutto il tempo!

Il pianto dei bambini, tuttavia, è una benedizione in quanto è un metodo efficacissimo per attirare l’attenzione dei propri genitori, di cui hanno assolutamente bisogno. Un bambino non sopravvivrebbe a lungo senza le cure genitoriali, ecco perché la natura ha inventato questo stratagemma per salvaguardarne la sopravvivenza.

Il pianto dei bambini appena nati, per esempio, è quanto di più si desidera di sentire nella sala parto, poiché è sintomo di salute e responsività del bambino! Il suono del bambino che piange in questo ambito rappresenta quindi un qualcosa di tutt’altro che spiacevole, anzi, rasserena tutto lo staff e rincuora la madre in seguito ad un’esperienza difficile come il parto.

Tipi di pianto diversi, esigenze diverse?

Uno dei miti riguardanti questo problema è la possibilità di discernere cosa il bambino voglia a seconda del tipo di pianto che emette. Esistono in commercio molti libri al riguardo, che cercano di proporre una chiave interpretativa dei segnali provenienti dai bambini. Il bambino è già capace, prima ancora di parlare, di esprimersi in maniera diversa a seconda dei suoi bisogni?

Molto probabilmente no! Le lamentele dei bambini, probabilmente, sono solo “proporzionali” al disagio che provano, ma credere che i neonati siano già capaci di discriminare i vari bisogni e riuscire a convogliare un messaggio preciso attraverso la vocazione è per lo più una leggenda.

Occorre comunque spezzare una lancia a favore della sensibilità materna e paterna nei confronti del bimbo. Molto spesso i genitori sono capaci di intuire i bisogni del bambino in seguito ai tipi di pianto, ai comportamenti, alla postura. In un certo senso, quindi, i bambini inviano messaggi ai genitori alla ricerca di soddisfazione dei propri bisogni, ma è grazie ad un complesso legame che si viene a creare tra il bambino e la madre (grazie alla comunicazione verbale e non verbale) che i bisogni del neonato possano essere intuiti.

I bambini non piangono senza motivo

Il pianto del neonato va sempre investigato, in quanto potrebbe essere la spia di un problema più o meno.  
Ad esempio, un bambino che piange tutta la notte potrebbe essere semplicemente troppo stanco per dormire o avere effettivamente qualche problema reale come febbre, dolori intestinali o dentini che spuntano. Il pianto di un bambino dopo la poppata potrebbe invece essere un indizio di un possibile reflusso gastro-esofageo o di altre affezioni gastrointestinali! 

È giusto lasciar piangere il bambino?

Alle volte i bambini piangono così tanto che sembrerebbe proprio non esserci un motivo.
Allora una domanda sorge spontanea “ va bene lasciar piangere il bambino?”.
Secondo alcuni, il pianto è una espressione automatica del bambino e non è per forza collegato ad alcun contenuto emozionale. Lasciar piangere il bambino, quindi, potrebbe in alcuni casi non essere un qualcosa di tanto malvagio ma, anzi, insegnerebbe al neonato ad utilizzarlo solamente al momento del bisogno. L’unico problema è il genitore che non riesce ad ascoltare il proprio bambino piangere né a resistere all’istinto di consolarlo!

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