Gestire le emozioni - razionalità o emotività?

Esperto Federica MiccichèPsicoterapia, Psicologia • 22 agosto 2016 • Commenti:

Razionalità e controllo o naturale espressione dell’emotività?

«Nella nostra società le emozioni in generale vengono scoraggiate. (…) è diventato un ideale pensare e vivere senza emozioni. Essere emotivo è diventato sinonimo di instabile e squilibrato.» (E. Fromm 1963).

 


 

Una vita frenetica, senza concessione di pause o fallimenti, senza un vero sguardo introspettivo, non permette alla persona la debolezza dell’emozione. Nonostante sia inevitabile il coinvolgimento emotivo e affettivo quando si parla di relazione umana, è sempre più evidente un crescente predomino della sfera della razionalità e del controllo, a discapito di una naturale espressione dell’emotività umana.

Che vuol dire avere una naturale espressione dell’emotività?

Partiamo da una semplice definizione etimologica. La parola emozione vuol dire letteralmente muovo al di fuori (di me).

Avete mai provato ad imprimere forza su un oggetto incastrato e poi sbloccarlo da ciò che lo teneva imprigionato? L’oggetto schizza via senza controllo.

È un po’ quello che accade alle nostre emozioni quando proviamo a trattenerle o addirittura a negarle, queste si concretizzano al di fuori del nostro corpo, senza alcuna possibilità di essere controllate, trasformandosi in agiti (porte rotte, frasi dette che non pensiamo, risse, insonnia, attacchi di panico, malattie psicosomatiche, insubordinazione lavorativa e quant’altro).

Il ruolo della Psicoterapia

Qui subentra la Psicoterapia con uno dei suoi molteplici obiettivi: aiutare a prendere consapevolezza del proprio mondo emotivo, ossia imparare a provare emozioni, riconoscerle sia in sé stessi che negli altri, vivendole in modo consapevole.
Daniel Goleman, uno dei massimi esponenti in tema di emozioni, individua cinque step che possono aiutare in questo passaggio:

 


 

Il primo gradino rappresenta il riconoscimento delle proprie emozioni: Che cosa sto provando in questo momento? Come mai provo quest’emozione? Da quanto tempo?

Segue il controllo del proprio stato emotivo, ossia: come faccio ad accettare la rabbia che provo senza trasformarla in un gesto irrazionale?

Quando riusciremo a controllare le emozioni e padroneggiarle il prossimo gradino sarà quello riuscire a utilizzare le emozioni che proviamo canalizzandole verso il raggiungimento dei nostri obiettivi. Gli ultimi due step proposti rappresentano la relazione sociale: riconoscere le emozioni nella persona che abbiamo davanti col fine di comunicare, creare legami e stringere relazioni autentiche.

Avere una buona consapevolezza del proprio stato emotivo e riconoscere lo stato emotivo altrui fornisce all’individuo autocontrollo, entusiasmo ed una buona consapevolezza dei propri comportamenti. Inoltre, questa ci rende persone funzionali che riescono bene ad esprimersi nel mondo promuovendo sé stessi e le proprie potenzialità.

«L’io ha con il corpo un rapporto simile a quello che il cavaliere ha con il cavallo. Imponendo all’animale la propria volontà, il cavaliere gli farà fare ciò che egli vorrà, ma ne avrà sacrificato la grazia naturale. Se invece saprà guidarlo permettendo che l’animale risponda alle proprie sensazioni, cavallo e cavaliere saranno uniti in movimenti aggraziati e gradevoli.» (A. Lowen)

Federica Miccichè

 

Per qualsiasi domanda, dubbio o curiosità su questo articolo o per qualche spunto futuro puoi contattarmi per mail o tramite whatsapp: federicamicciche@gmail.com - 3319892256

Esperto

Federica Miccichè psicologo, psicoterapeuta Dott.ssa

Prenota una visita Vedi il profilo

Commenti: (0)