Erbe da giardino commestibili

Nutrizione • 9 marzo 2017 • Commenti:

In passato, la raccolta di erbe e piante spontanee commestibili rappresentava un’importante risorsa alimentare per i meno abbienti ed era una consuetudine diffusa in particolare nelle campagne e sui monti.

Fitoalimurgia ed erbe commestibili

Questa pratica, detta fitoalimurgia, prevede la conoscenza e la raccolta delle verdure selvatiche e delle piante spontanee per scopi alimentari. Il consumo di queste verdure può essere molto vantaggioso all’interno di una dieta vegana salutare, grazie alle proprietà benefiche tipiche di alcune di queste piante.

La raccolta di erbe commestibili è un’attività che permette di ritrovare il legame con la natura, riscoprendo la biodiversità del proprio territorio al di là delle coltivazioni agricole. È dunque possibile sfruttare le belle giornate, soprattutto in primavera ed in estate, per compiere passeggiate nella natura unendo al contempo la possibilità di raccogliere erbe e fiori che ricoprono i prati. Anche per chi non è propriamente un esperto nel riconoscimento botanico può risultare un’attività piacevole, che necessita solamente di una guida per identificare le erbe, un paio di forbici ed un cestino.

Come riconoscere le erbe spontanee?

Tra le diverse piante spontanee commestibili vi sono molte erbe salutari che contribuiscono al mantenimento di una dieta sana.

Il riconoscimento botanico delle erbe commestibili non è sempre una pratica semplice e per questo motivo è importante, soprattutto nelle prime esperienze, prestare molta attenzione alle piante che si intende raccogliere.

Per essere più sicuri si possono seguire diversi accorgimenti di carattere generale:

  • se non si riconosce una certa pianta può risultare utile farne una foto e raccoglierne solo un piccolo quantitativo, in modo da poter cercare il nome e verificarne la commestibilità una volta a casa;

  • esistono diverse piante appartenenti alla stessa famiglia molto simili tra loro, ma che presentano effetti opposti, risultando in alcuni casi addirittura tossiche. È importante saper distinguere tra queste erbe, seguendo la norma generale che nel caso rimangano dei dubbi è sempre meglio non raccoglierle;

  • può risultare comodo imparare a riconoscere una certa pianta una volta fiorita, poiché il fiore spesso ne facilita il riconoscimento.

Se si decide di dedicarsi a questa attività può inoltre risultare utile ed istruttivo crearsi un erbario personale, su cui registrare e catalogare le diverse piante annotandone le caratteristiche principali. Ciò permette di apprendere meglio le proprietà delle diverse erbe aiutando a memorizzarne l’aspetto.

Infine, per chi preferisce approcciarsi in maniera più rigorosa all’argomento, esistono dei corsi di riconoscimento delle erbe spontanee tenuti da associazioni locali, in grado di fornire agli interessati tutte le conoscenze di base necessarie.

Le principali erbe commestibili

Esistono moltissime varietà di erbe commestibili diffuse in tutta Italia ed alcune, molto comuni ed utilizzate, sono particolarmente adatte ad una dieta vegana o vegetariana. Vediamole.

  • Cicoria (Cichorium intybus): è un’erba perenne molto diffusa nelle pianure, di cui possono essere consumate le foglie ed i germogli, sia crudi che cotti. Possiede diversi effetti benefici: è in grado di stimolare l’attività dei reni, potenziare l’attività epatica e pancreatica, regolare il tasso di colesterolo e glucosio nel sangue.

  • Bardana (Arctium lappa): è molto comune in pianura o in montagna a quote basse. Se ne possono utilizzare le radici, lo stelo del fiore, i piccioli e le foglie. Quando si raccoglie una radice abbastanza grande, questa può essere consumata solo dopo averla cotta a lungo e lo stesso vale per stelo e piccioli. Tra i benefici della bardana troviamo l’attività dermopatica, in grado di dare sollievo in presenza di acne, psoriasi, eczema e seborrea. Inoltre presenta, come molte erbe della famiglia delle Asteracee, una funzione regolatrice dei tassi di glicemia e colesterolo e può potenziare l’attività epatica.

  • Dente di leone (Taraxacum officinale): possiede delle foglie amare commestibili. Quest’erba ha un elevato contenuto di ferro e le sue radici presentano un effetto diuretico.

  • Ortica (Urtica dioica): è una delle erbe commestibili più comuni. Dev’essere necessariamente cotta prima di venire consumata per eliminare l’effetto urticante. Ha un sapore che ricorda gli spinaci e possiede alte concentrazioni di vitamina C, ferro ed antiossidanti.

  • Borragine (Borago officinalis): è un’erba annuale che vive lungo i margini delle strade e dei campi.
    Le foglie sono raccolte prima della fioritura e possono essere mangiate bollite o fritte. I semi di borragine sono un’ottima fonte di acidi grassi omega 3 e l’olio che si ottiene da questi ha delle proprietà benefiche per la pelle.

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