Emozioni alla guida, guidare le emozioni

Esperto Sabino CannonePsicologia • 17 gennaio 2017 • Commenti:

Hai preso la patente, da poco o da tanto tempo, bravo, ce l'hai fatta! E ora? Pensi davvero che i problemi alla guida siano finiti una volta “presa” la patente? Naturalmente già sai che non è così. Non basta una competenza “tecnica”, teorica e/o pratica, per sentirsi “padroni del mezzo”; è fondamentale acquisire anche una competenza “emozionale”.

Guidando nel traffico cittadino, con qualsiasi mezzo, anche con i propri piedi, siamo tutti immersi in una inesauribile fonte di sollecitazioni emotive.

Sei quindi sicuro di essere attrezzato adeguatamente per non reagire in modo automatico a questi stimoli e avertene poi magari a pentire amaramente? Il fatto è che anche le emozioni vanno guidate, non solo il veicolo!

Facciamo degli esempi:

Telefonino

Stai guidando l'auto (ma potrebbe essere anche un camion o una moto) e ti arriva un messaggio sul telefonino: cosa fai? Aspetti che ci siano le condizioni di sicurezza per procedere con la lettura del messaggio, ammesso che ti interessi leggerlo; oppure non riesci a trattenerti dal conoscere immediatamente il testo del messaggio e chi te lo ha inviato?

Precendenza

È la situazione principe in fatto di sollecitazione emotiva alla guida. Se penso (a torto o a ragione) che non sia stato rispettato il mio “diritto” alla precedenza, allora mi sentirò vittima di un sopruso da parte dell'altro guidatore.

“Quella persona mi sta togliendo qualcosa che mi appartiene: come si permette? Gliela farò pagare!” Senti anche tu in questa scena l'odore del duello?

Sorpasso

Altra manovra parecchio delicata dal punto di vista emotivo, come ci è stato magistralmente descritto dal regista Dino Risi nel film “Il sorpasso” (1962).

Con la manovra del sorpasso chi era dietro passa davanti, chi era dopo ora è prima. Si realizza “metaforicamente” come un'inversione nell'ordine delle nascite, una sorta di “macchina del tempo”.

Inquinamento emotivo

Corrisponde allo “sfogo” emotivo durante la guida ed il più delle volte è associato al clacson, al rombo del motore, oppure ad una partenza “bruciante”, ma soprattutto a un diverbio verbale - o peggio - ad una lite violenta.

Una vettura davanti a noi che procede troppo lentamente per la nostra tabella di marcia diventa così per noi un intoppo. Il problema è che lo sfogo emotivo, la scarica della tensione, ci conviene solo in apparenza.

Liberandoci, con lo sfogo, dalla frustrazione accumulata alla guida (o già presente in noi fin dalla partenza) rinunciamo ad una potente fonte di energia, che se riconosciuta e utilizzata può farci crescere psicologicamente.

È questo il senso del concetto di “emissioni emotive zero” e della dimensione dell'autocontrollo connaturata a qualsiasi disciplina e in particolare alle arti marziali. Senza contare che lo sfogo di uno è seguito a ruota dallo sfogo dell'altro, con il rischio di innescare una pericolosissima “escalation” di violenza.

Uno dei valori più importanti della nostra civiltà è quello della libertà di movimento. Potenzialmente - quindi - uscendo di casa abbiamo a disposizione tutte le strade del mondo, dobbiamo solo decidere quale imboccare.

Io ho però la sensazione di una realtà spesso diversa e cioè quella di uscire di casa e andare incontro a un enorme tribunale: si fa molta attenzione non tanto a dove uno debba andare, ma a che non si diventi vittima di soprusi da parte dell'altro.

Per esempio, qualcuno mi taglia la strada e io mi arrabbio: vale a dire, emetto subito la sentenza - procedendo a un processo per direttissima. Per questa strada non stupisce che poi si arrivi al cric in testa!

"Guidare le emozioni", un viaggio interiore

L'espressione “guidare le emozioni” al di fuori del contesto dell'ambiente stradale è solo una metafora, un modo di dire; se riferita invece proprio a quel contesto e a quella specifica attività, acquisisce anche una dimensione concreta e non solo metaforica.

Questo, se da una parte rende tutto più complesso, dall’altra consente di utilizzare energie che - se opportunamente trasformate - si rivelano una formidabile occasione di crescita personale e anche collettiva.

Mettersi alla guida assume allora la connotazione di un viaggio interiore e la prospettiva di una “guida virtuosa” (da me proposta) può essere paragonata a una nuova “arte marziale”: l'arte di “coltivare sé stessi” tramite la via della guida.

Dr. Sabino Cannone

Psicologo-Psicoterapeuta, Esperto in Psicologia viaria e della mobilità. Mi occupo da più di 20 anni di psicologia applicata alla guida ed ho messo a punto una proposta di intervento: “Emozioni alla guida, guidare le emozioni”, in grado, in dieci incontri individuali di un'ora l'uno, di consentire alle persone di trasformare lo stress della guida nel traffico in un'occasione di crescita personale.

Chi volesse saperne di più può visitare il mio sito personale e visionare la presentazione del mio libro “La via della guida”

 

Esperto

Sabino Cannone psicologo, psicoterapeuta, terapeuta Dr.

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