Il disturbo bipolare: che cos’è il “bipolarismo”, quali sono i rischi e come affrontarlo
Psichiatria, Psichiatria • 14 ottobre 2015 • Commenti:
Che cos'è il disturbo bipolare?
Il disturbo bipolare o bipolarismo è noto anche come psicosi maniaco depressiva o malattia maniaco depressiva ed è un disturbo caratterizzato da gravi oscillazioni dell’umore, che possono durare diverse settimane o persino mesi. Il soggetto oscilla tra una fase maniacale o ipomaniacale ad una depressiva. Si evidenziano anche fasi durante le quali si presentano entrambi i sintomi alternandosi.
Definizione di mania e ipomania nel bipolarismo
La mania è una condizione caratterizzata da uno stato di eccitazione che coinvolge più sfere della personalità. I sintomi tipici della fase maniacale sono:
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Eccessivo ottimismo;
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Iperattività;
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Diminuzione della fame e del sonno;
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Idee irrealistiche;
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Eccessiva autostima;
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Flusso continuo di idee e iniziative, spesso in un insieme caotico e senza senso;
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Intuizioni deliranti;
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Assenza di freni inibitori (comportamenti sessualmente sconvenienti, investimenti azzardati, abuso di alcol e/o droghe)
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Tendenza a parlare molto più del solito;
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Comportamenti aggressivi.
L’ipomania è una forma intermedia della fase maniacale, dunque più “blanda”: identifica una sindrome maniacale di lieve entità con assenza di sintomi psicotici.
Da un “polo” all’altro: la depressione bipolare
Nel bipolarismo, l’episodio depressivo si alterna a quello maniacale o ipomaniacale. Esso è caratterizzato da:
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perdita di interesse verso attività fino ad allora piacevoli;
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uno stato emotivo prolungato di sconforto;
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sensazione di vuoto, pessimismo, scoraggiamento e disperazione;
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diminuzione o aumento dell’appetito;
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alterazioni e disturbi del sonno, sia sul versante dell’insonnia che dell’ipersonnia.
La fase depressiva tende inoltre ad avere maggiore durata rispetto alla fase maniacale o a quella ipomaniacale.
I quattro tipi di disturbo bipolare e i loro sintomi
I diversi tipi di bipolarismo si distinguono a seconda della loro severità e della frequenza con la quale si presentano:
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Tipo I - è il tipo più violento ed estremo e il più pericoloso per il paziente: gli episodi durano anche diversi mesi, i periodi di forte depressione si presentano alternandosi con la mania e la ipomania.
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Tipo II - leggermente più lieve: gli episodi durano alcune settimane, la depressione risulta meno forte, e la mania si presenta raramente – il soggetto soffre più che altro di episodi ipomaniacali.
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Tipo stagionale - è caratterizzato da episodi sub-depressivi nel periodo autunnale-invernale e da fasi di ipomania in quello primaverile-estivo.
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La ciclotimia invece, è una variante che presenta un decorso della malattia lieve ma prolungato nel tempo, in cui si alternano periodi distimici (fasi di lieve depressione cronica) e ipomaniacali.
Rischi ed effetti a lungo termine del disturbo bipolare
Per quanto si sappia cosa sia e in cosa consista un episodio depressivo, l’identificazione della mania, e soprattutto dell’ipomania può risultare problematica.
Il soggetto nella fase maniacale o ipomaniacale è apparentemente un vero “vulcano di energia”, ha una necessità di sonno e cibo inferiore al normale, si sente molto bene ed è sicuro della proprie capacità.
Tuttavia, questa è solamente la fase iniziale: col passare del tempo, infatti, l’eccesso di energia comincia ad essere ingestibile: i pensieri scorrono troppo velocemente per essere catturati; è difficile finire una frase, perché in testa se ne ha già un’altra; non si riesce a finire una cosa, perché ad un certo punto un’altra sembra più importante e interessante. Possono verificarsi anche sintomi psicotici di grave entità.
I soggetti affetti da disordine bipolare spesso presentano comportamenti pericolosi che non avrebbero normalmente: possono ad esempio abusare di alcol, spendere eccessive somme di denaro, partecipare a risse o ad altri comportamenti aggressivi, impegnarsi in rapporti sessuali occasionali.
A livello statistico, inoltre, la percentuale di suicidi tra i soggetti affetti da disturbo affettivo bipolare risulta essere piuttosto alta: si stima che 1 paziente su 5 muoia a causa di tale gesto estremo.
Disordine affettivo bipolare: l’incidenza e le probabili cause
Per quanto riguarda l’incidenza, sembra che il disturbo affettivo bipolare abbia alla base soprattutto un fattore genetico.
È difficile definire l’esatto meccanismo di ereditarietà del disordine bipolare, ma le ipotesi neurobiologiche indicano, come in casi di depressione, il malfunzionamento di alcuni neurotrasmettitori.
Circa 1 persona su 100 soffre di disturbo bipolare e non si rivelano significative differenze tra la percentuale delle persone affette dal disturbo in relazione al sesso di appartenenza: uomini e donne possono essere ugualmente colpiti dal disturbo affettivo bipolare.
Disturbo bipolare: qual’è la terapia adeguata
La cura del disturbo bipolare si basa principalmente sulla farmacoterapia, sotto attenta e continuativa supervisione medico-specialistica.
I farmaci maggiormente utilizzati sono:
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Stabilizzatori dell’umore o eutimizzanti
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Neurolettici e antipsicotici
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Antidepressivi
La terapia farmacologica strettamente controllata è efficace in caso di bipolarismo, ma è bene ricordare che un’importanza altrettanto grande va data al lato psicologico del disturbo e, dunque, all’aiuto di uno psicoterapeuta.