Cura della salute mentale, l’antidoto al suicidio

Psicologia • 21 novembre 2016 • Commenti:

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Nella vita è facile incorrere in difficoltà lavorative o finanziare, rompere una relazione e sentirsi emotivamente a pezzi, sentirsi sopraffatti da responsabilità familiari schiaccianti o finire vittima di una inaspettata battuta d’arresto.

Questi avvenimenti possono avere ripercussioni serie sulla salute mentale, specialmente se non analizzati e monitorati. Molti uomini per pudore, paura, vergogna o orgoglio preferiscono lottare da soli e non chiedere aiuto. Ma non è facile stabilire e mantenere relazioni, curare la propria vita sociale e affrontare lo stress della vita quotidiana, quando ci si sente sopraffatti da circostanze più grandi di noi stessi. Essere in forma e curare il proprio benessere non significa solo una migliore salute mentale: a volte, infatti, significa anche prevenire un suicidio. Spesso alcuni segni di alterata salute mentale vengono trascurati: comportamento irritabile, rassegnazione, aggressività, isolamento da amici e familiari. Ultimo ma non meno importante campanello d’allarme: si inizia a bere di più. Spesso minimizzata, una maggiore dedizione all’alcol è invece un fattore da non sottovalutare. Ogni minuto un uomo al mondo muore per suicidio: affrontare la situazione per tempo può salvare la vita.

 

Come curare la propria salute mentale?

  • Dedicarsi a attività e progetti che facciano sentire meglio e realizzati;

  • Passare più tempo con gli amici;

  • Aprirsi al mondo e condividere esperienze, frustrazioni e sofferenze. Specialmente quando ci si sente sopraffatti.

 

Salute mentale e suicidio

Il peggioramento delle condizioni di salute mentale, se non affrontato in tempo, è una delle maggiori cause di suicidio tra la popolazione maschile. In certi momenti, l’uomo sperimenta una angoscia che può distorcere il suo pensiero e impedirgli di vedere possibili soluzioni ai problemi che deve affrontare, impedendogli anche di rivolgersi a chi potrebbe offrire un aiuto e un valido supporto. Di seguito alcuni fattori di rischio sembrano essere riconducibili al suicidio:

  • Storia familiare di malattie mentali;

  • Cure farmacologiche dannose e abuso di alcol;

  • Solitudine e isolamento;

  • Situazioni di forte stress come difficoltà relazionali, problemi di salute cronici e disoccupazione.

Secondo le stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità - WHO, in inglese) all’interno del primo rapporto globale sulla prevenzione del suicidio (“Preventing suicide. A Global Imperative”), nel 2012 vi sono stati nel mondo circa 800.000 casi di suicidio, per un tasso pari a 11,4 casi ogni 100.000 abitanti (15 casi ogni 100.000 tra gli uomini e 8 per le donne). In Italia si sono verificati circa 4000 casi, per un tasso di 4,7 casi ogni 100.000 abitanti (7,6 per gli uomini, 1,9 per le donne). Il dato evidenzia come in Italia il tasso di suicidi sia più basso rispetto alla media mondiale, ma anche che nel Belpaese a ricorrere al suicidio sono in netta maggioranza gli individui di sesso maschile.

 

Bisogna parlare!

Il silenzio e il pudore sono la prima barriera da abbattere, in questi casi. Se conoscete qualcuno che è in difficoltà, la prima cosa da fare è spronarlo ad aprirsi e a raccontare quello che sta passando. Una conversazione con un amico, con un familiare o con un addetto all’assistenza sono il primo passo per prendere il controllo della situazione: esistono servizi assistenziali cui rivolgersi, basta conoscerli e infrangere il muro eretto da orgoglio, pudore e vergogna. Se siete un familiare o un amico/a di una persona in difficoltà, rendersi disponibile all’ascolto è fondamentale e, a volte, può salvare la vita. Se pensate che qualcuno che conoscete sia a rischio, contattate servizi di assistenza dedicati.


 

 

Movember e la salute mentale

La cura della salute mentale maschile è uno dei capisaldi dell’attività di Movember: l’associazione, infatti, finanzia programmi di supporto e ricerca in diversi Paesi, condividendo l’esperienza e i risultati raggiunti. Nel 2006, la Movember Foundation ha iniziato a finanziare programmi a supporto della salute mentale maschile in Australia, nel 2008 in Nuova Zelanda, nel 2013 in Canada, USA e Regno Unito. In ogni studio e iniziativa finora realizzate, sono state realizzate analisi contestuali sulla situazione della salute mentale degli uomini nel Paese specifico. I risultati di tutte le iniziative, gli studi e le ricerche sono condivisi all’insegna del Global Action Plan (GAP), in un’ottica di condivisione e collaborazione globale.


 

 

Le iniziative finanziate da Movember hanno diversi scopi e finalità:

  • Sviluppare modelli comportamentali, supporto e approccio per il miglioramento della salute mentale e del benessere degli uomini;

  • Lotta agli aspetti negativi della mascolinità e all’impatto a volte devastante che questi aspetti possono avere sulla salute mentale dell’uomo;

  • Incoraggiare gli uomini a curare le relazioni e a restare in contatto con famiglia e amici;

  • Parlare di salute mentale anche al di fuori delle strutture mediche e sanitarie: nei club sportivi, sul posto di lavoro, in associazioni.

La prevenzione del suicidio passa da una maggiore attenzione all’altro: osservare, parlare, far sentire la propria vicinanza sono la scintilla, il punto di accensione di un meccanismo virtuoso che, attraverso programmi di supporto specifici e con l’aiuto di specialisti, può salvare la vita. Anche stavolta, è dunque il caso di farsi crescere un paio di baffi.

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Programmi di salute mentale finanziati da Movember: https://ex.movember.com/it/report-cards/index/report_category/mental-health

 

Fonti:

http://www.epicentro.iss.it/temi/mentale/SuicidiItalia2014.asp

https://uk.movember.com/mens-health/mental-health

 

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