Comprendere la dipendenza: come la dipendenza si impossessa del cervello

Psicologia • 31 marzo 2017 • Commenti:

Cos’è la dipendenza

Con il termine “dipendenza” si indica un’alterazione del comportamento che trasforma una semplice abitudine in un atteggiamento esageratamente reiterato, al fine di provare continuamente la sensazione positiva provocata dal comportamento stesso, che sfocia infine nella condizione patologica. L’individuo dipendente tende a perdere la capacità di controllo sull’abitudine, che sia questa l’assunzione di sostanze o un determinato comportamento, perdendo la capacità di resistere all’impulso e continuando a ricercare smaniosamente la fonte del desiderio, nonostante questa possa essere associata a conseguenze negative, come nelle dipendenze da sostanze.

La dipendenza viene suddivisa in due categorie principali: la dipendenza psichica, causata da uno stato alterato psichico e comportamentale, e la dipendenza fisica, causata da uno stato alterato biologico. La dipendenza fisica è sempre accompagnata da dipendenza psicologica ma non è sempre vero il contrario.

La dipendenza fisica è causata generalmente da sostanze che, agendo a livello neurologico, spingono il nostro organismo a ricercarle assiduamente provocando, in caso di astinenza, effetti fisici sul corpo. Ciononostante è più semplice superare questo tipo di dipendenza che non la dipendenza psichica, in cui si instaurano meccanismi più complessi e profondi a livello inconscio, che richiedono interventi terapeutici più ampi e duraturi. La dipendenza psichica può essere causata sì da sostanze, ma anche da comportamenti e situazioni particolari, come ad esempio il gioco d’azzardo o il sesso virtuale.

Le forme più avanzate di entrambe le tipologie di dipendenze sono spesso caratterizzate da compulsività: una condizione che genera una bramosia permanente e pressante. Questo porta il soggetto a ricercare continuamente la ripetizione del comportamento da cui è dipendente, risultando incapace di resistere o di controllare il desiderio dello stesso, nonostante la consapevolezza della presenza di un problema durevole di natura fisica o psicologica, causato o esacerbato proprio dalla sostanza o dal comportamento.

L’oggetto della dipendenza può essere molto variabile: si può ad esempio essere dipendenti dal cibo, dalle sostanze stupefacenti (tossicodipendenza) tra cui droghe, alcol o tabacco, dal sesso, dal lavoro, dal gioco d’azzardo, dallo shopping o dai videogame.
 

I meccanismi della dipendenza

I meccanismi di base, che favoriscono l'insorgere di comportamenti additivi, sono analoghi per ogni forma di dipendenza e presentano componenti sia fisiche che psicologiche.

La dipendenza fisica è spesso legata all’abuso di sostanze che agiscono direttamente sul cervello ed è caratterizzata da un insieme di sintomi:

  • addiction, cioè l’insieme degli effetti fisici stimolati dalla sostanza, compresa la condizione di compulsività nella ricerca della sostanza;

  • tolleranza, cioè un innalzamento della soglia di risposta dell’organismo in seguito alla continua assunzione della sostanza. Saranno quindi necessari dosaggi sempre maggiori per raggiungere l’effetto desiderato o viceversa vengono raggiunti effetti ridotti a parità di quantità di sostanza;

  • astinenza, cioè l’insieme dei fenomeni fisici e mentali di scompenso causati dalla mancata assunzione;

  • craving, cioè la smania o il desiderio intenso e costante di assunzione della sostanza, a cui non si riesce ad opporsi.

La dipendenza psicologica invece è più legata a determinate situazioni e stati d’animo che non alla sostanza in sé, tramite complessi meccanismi psicologici e neuronali.

Infatti il senso di desiderio da cui deriva ogni dipendenza è neurologicamente associato al rilascio di dopamina, un neurotrasmettitore implicato nel sistema della motivazione.

Perché si instauri una dipendenza è quindi necessario che l'esperienza da cui si dipende stimoli il rilascio di dopamina, e l’attivazione delle sinapsi dopaminergiche, che attrae l’attenzione cerebrale sull’evento.

L' innalzamento dei livelli di dopamina induce il cervello a valutare la situazione come “positiva”, anche se non è eccezionalmente gratificante dal punto di vista del piacere, e lo programma verso la ripetizione della stessa. La ripetizione, a sua volta, rafforza nel cervello le connessioni tra l’evento ed il sentimento “positivo” che se ne ricava, lasciando insinuare gradualmente la dipendenza nel quotidiano fino a raggiungere una sorta di ritualità compulsiva.

Non è dunque la ricerca del piacere a rendere vulnerabili nei confronti delle varie droghe e dipendenze, quanto piuttosto il bisogno di trovare uno sfogo ad una situazione di vita fortemente sgradevole.

Infatti la presenza di un sistema dopaminergico depresso, a causa di esperienze negative che sovrastano quelle positive, provoca apatia, mancanza di motivazione ed un generale senso di malessere.

Gli eventi eccitanti che possono causare dipendenza (assunzione di sostanze o comportamenti particolari) sono tra i pochi stimoli in grado di riattivare, seppur temporaneamente, questo sistema, risultando quindi particolarmente attraenti per chi versa in queste condizioni.

Continuando a ricercare l’oggetto della propria dipendenza per affrontare il senso di vuoto, di noia insopportabile, di angoscia e di insicurezza, si può quindi scivolare impercettibilmente da un'apparente normalità al comportamento patologico, mentre in alcuni casi il passaggio può avvenire in maniera repentina, in seguito ad un episodio traumatico scatenante.

Il clima familiare, lo stile educativo e di vita di una persona sono quindi fattori molto importanti nell’indurre lo stato di fragilità psicologica che conduce alla dipendenza, in qualunque forma essa si presenti.

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