Come placare il pianto del proprio bambino?

Pediatria • 14 marzo 2017 • Commenti:

Quando un adulto deve comunicare un disagio o vuole attirare l’attenzione verso qualcosa, parla. Questa azione nei neonati e nei bambini piccoli è impossibile, in quanto non hanno ancora acquisito la capacità di articolare le parole. Il modo che hanno a disposizione per “farsi sentire” è piangere.

Cerchiamo di capire meglio le ragioni per cui i bambini piangono e quali sono i modi per aiutarli a smettere.

Tipi di pianto del bambino

I neonati, nei primi tre mesi di vita, piangono molto: si è stimato che in media il pianto arriva alle due-tre ore al giorno. Grazie a questo sistema di segnalazione, i neonati e i bambini piccoli riescono ad attirare l’attenzione dei genitori. I neonati e i bambini piangono perché:

  • hanno fame o sete;

  • hanno sonno, ma non riescono a dormire;

  • ci sono stimoli troppo forti (rumori, troppa luce);

  • sono ammalati;

  • hanno caldo o freddo;

  • il pannolino è da cambiare;

  • si sentono soli;

  • hanno bisogno di essere presi in braccio o cambiati di posizione;

  • hanno una colica o aria nella pancia.

Il picco del pianto nei bambini avviene durante la sesta settimana di vita e tende ad aumentare verso la sera, dopo le 17.

La comprensione del motivo del pianto del bambino da parte dei genitori richiede l’instaurarsi di un rapporto reciproco, capacità di immedesimazione e di comprensione. È di fondamentale importanza, quindi, capire i modi in cui il bambino piange per risalire alla causa. Sembra infatti che i bambini emettano pianti diversi in base alle loro necessità:

  • pianto da fame: prima inizia con un rumore di lieve intensità simile alla tosse e poi si trasforma in pianto che mano a mano diventa più stabile.

  • pianto per sonno: inizia con due o tre lamenti, poi inizia il pianto forte seguito da due respiri. Se non si interviene subito, spesso il bambino si calma e si addormenta da solo.

  • pianto da solitudine: versetti brevi, smette quando viene preso in braccio.

  • pianto da coliche: urla improvvise, ad alto volume.

Un bambino che piange, quindi è normale. Ma quando dobbiamo preoccuparci? Se il bambino continua a piangere oltre la mezz’ora e il pianto è particolarmente acuto, se diventa rosso in volto o se il respiro si fa affannoso, è utile consultare il pediatra e chiedere consiglio.

Un’altra questione su cui riflettere è se è giusto lasciar piangere il bambino oppure no. Secondo la “tecnica progressiva” sviluppata dal Dott. Richard Ferber, è utile lasciare piangere il bambino per brevi tempi, poiché lo aiuta a ritrovare da solo calma e tranquillità. Questa teoria, però, trova pareri negativi dalla maggior parte degli studiosi, che affermano sia meglio accertarsi della causa del pianto del bambino e cercare di risolverlo, per quanto possibile. Lasciar piangere il bambino non sembra essere il metodo giusto per farlo sfogare e non ha nessun valore pedagogico: i neonati non sanno da quanto tempo stanno piangendo e non sono in grado di trarre conclusioni.

Lasciare piangere il bambino può portare alla mancata comprensione dei suoi reali bisogni e studi hanno dimostrato che i bambini che hanno ricevuto contatti affettuosi frequenti e coccole hanno tratto dei benefici nella fase disviluppo: meno tendenze depressive, maggiore capacità di empatia e produttività.

Semplici trucchi per far smettere di piangere il bambino

Il pediatra americano Harvey Karp ha sviluppato un metodo, pubblicato sulla rivista Pediatrics, chiamato metodo delle 5 S (Swaddling, Side/Stomach, Shushing, Swinging, Sucking) per calmare il pianto dei bambini.

  • In fasce: tenere le braccia lungo i fianchi, lasciando le gambe libere di muoversi, aiuterà a calmarlo.

  • Sul fianco: girare il bambino sul fianco o a pancia in giù è utile a calmarlo, ma non bisogna lasciarlo addormentare in questa posizione, ma con la pancia in su;

  • Rumori: bisogna far sentire al bambino dei rumori simili a quelli che sentiva quando era nell’utero della madre. È consigliato quindi usare il rumore bianco, durante il primo anno di vita, disponibile e scaricabile da numerosi siti internet.

  • Oscillare: dondolare i bambini tra le braccia, con movimenti brevi e lenti, li calma;

  • Succhiare: l’allattamento e l’uso del ciucciotto è utile nei primi mesi di vita.

Il segreto è scoprire quale di questi metodi funziona di più per il proprio bambino. Lasciar sfogare il proprio bambino piangendo, quindi, non è la scelta migliore per far calmare il bambino coccole, abbracci e attenzioni, nella dose giusta, sono la soluzione ideale.

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