Che cos’è l’acidità di stomaco durante la gravidanza?

Ginecologia • 23 marzo 2017 • Commenti:

L’acidità o bruciore allo stomaco è un problema piuttosto frequente tra le future mamme: si stima infatti che una donna su tre soffra di questo disturbo durante la gravidanza. Molto spesso, oltre a sentire un vero e proprio bruciore localizzato nell’addome in corrispondenza dello stomaco, si avvertono anche i tipici sintomi da reflusso gastroesofageo, ovvero:

  • cattivo sapore in bocca;

  • senso di bruciore alla gola;

  • salivazione aumentata.

Cosa causa l’acidità di stomaco durante la gravidanza?

Ogni donna in gestazione è diversa, perciò è difficile stabilire quali siano le cause esatte di questo problema. Dall’analisi da parte dei medici è emerso che dalla maggioranza dei casi il motivo principale per cui le donne soffrono di acidità di stomaco durante la gravidanza è il:

  • malfunzionamento della valvola cardias. Il cardias separa l’esofago dallo stomaco e permette il passaggio del bolo alimentare nello stomaco. Quando questa valvola non funziona correttamente, il contenuto gastrico “risale” nell’esofago, irritandone le pareti e provocando bruciore. Le cause per cui questa valvola non funziona correttamente possono essere:
  • modificazioni ormonali durante la gravidanza, come l’aumento del progesterone. Questo ormone, infatti, permette di rendere l’utero più elastico e rilascia la muscolatura dello stomaco, rendendo la digestione più lenta e difficile;

  • spostamento dello stomaco verso l’alto: durante l’ultimo trimestre di gravidanza, l’utero occupa sempre più posto nella cavità addominale e tende a spostare lo stomaco più “in alto”, portando quest’organo ad assumere una posizione all’interno della cavità addominale che favorisce il ristagno dei contenuti gastrici e lo scorretto funzionamento del cardias.

L’acidità di stomaco in gravidanza è più frequente negli ultimi tre mesi, rispetto a quelli iniziali, proprio a causa del maggiore spazio occupato dall’utero nell’addome. Quando l’acidità compare fin dai primi mesi di gestazione, è opportuno rivolgersi al medico per una corretta diagnosi del problema.

Quando i sintomi si manifestano con una certa intensità e perdurano nel tempo, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo. Solitamente, le donne in gravidanza hanno una risoluzione spontanea del problema: a parto avvenuto, il disturbo tende a scomparire entro alcune settimane.

Terapia farmacologica o rimedi naturali?

Il bruciore di stomaco in gravidanza può essere un problema molto fastidioso, tanto da costringere la futura mamma a rivolgersi a un medico. Quando il disturbo non è controllabile e perdura da molto tempo, il dottore può prescrivere dei farmaci antiacidi o gastroprotettori. È importante sottolineare che prima di prendere qualsiasi farmaco è bene consultare il medico o il farmacista, perché non tutti i farmaci sono adatti durante la gravidanza.

Evitare le cure farmacologiche fai da te, quindi, è molto importante per prevenire eventuali danni al feto.

Quando il problema non è così grave da ricorrere all’uso di farmaci, è possibile usare alcuni rimedi naturali e accorgimenti che possono aiutare ad alleviare la sintomatologia. Vediamone alcuni:

  • pasti leggeri, ma frequenti (tre pasti principali e due spuntini);

  • non andare a dormire subito dopo aver cenato, ma aspettare qualche ora;

  • dormire con la testa leggermente rialzata ed evitare la posizione supina;

  • indossare indumenti comodi e non troppo stretti sull’addome;

  • evitare alimenti troppo speziati o piccanti, cibi che stimolano l’acidità gastrica (pomodori, agrumi, caffè, cioccolato) e le bevande gassate. É utile ridurre l’apporto di cibi grassi e altamente zuccherati;

  • cucinare gli alimenti in modo semplice, evitare la frittura e preferire metodi di cottura come la grigliatura, la cottura al vapore o alla piastra;

  • ricorrere all’utilizzo di alcune erbe: malva, camomilla e semi di finocchio aiutano il processo digestivo e riducono l’acidità gastrica.

Alcuni di questi rimedi si sono rivelati efficaci e sufficienti a risolvere il problema senza il ricorso a farmaci, ma non sempre è così. Ogni mamma dovrebbe trovare quali sono gli accorgimenti, le posizioni da assumere e gli alimenti che le fanno sentire meglio. Quando questo non è possibile, i farmaci sono l’unica soluzione.

É importante ricordare che questo problema, pur essendo molto diffuso, non influisce in alcun modo sulla salute del feto, ma colpisce il benessere della mamma: non abbiate paura quindi a rivolgervi al medico o al farmacista, anche solo per dei consigli, perché per il futuro bambino è importante avere una mamma in salute.

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