C’è un collegamento tra il diabete e le apnee notturne?

Esperto Francesco PeveriniDiabetologia, Otorinolaringoiatria • 11 novembre 2016 • Commenti:

Sì, e si tratta di un collegamento ben dimostrato.

Le apnee notturne sono strettamente connesse al diabete di tipo 2 e non intervenire per curare insieme queste due condizioni può causare altre gravi patologie.

Esistono due tipi di diabete:

  • Nel diabete di tipo 1 l’organismo “attacca” le cellule del pancreas (quelle che producono insulina per mantenere un corretto livello di zucchero nel sangue) scambiandole per cellule dannose. Questa forma di diabete rientra quindi tra le malattie definite autoimmuni. La terapia richiede nella quasi totalità dei casi l'insulina nelle sue varie formulazioni.

  • Il diabete di tipo 2 è caratterizzato invece da resistenza all’insulina: il corpo non reagisce all’insulina come dovrebbe e dunque i livelli di zucchero risultando dannosi, in quanto troppo alti. Spesso anche l'insulina nel sangue di questi pazienti è più alta del normale. Tale condizione (alta insulina ma inefficace nella sua azione) è un apparente paradosso del diabete di tipo 2.

Abbiamo visto che Il diabete di tipo 2 non è una malattia autoimmune, ma è causata da una serie di differenti condizioni spesso associate a stili di vita scorretti. Inoltre, si tratta di una patologia che presente caratteri ereditari.

Per questo tipo di diabete non esiste la possibilità di una totale guarigione, tuttavia una terapia medica, la dieta e un corretto stile di vita (che risulta anche più utile di un farmaco) possono consentire di gestire la situazione al meglio o di prevenire con molti anni di anticipo la comparsa della malattia.

Il diabete di tipo 2 è sovente collegato ad altre condizioni patologiche: obesità, pressione alta e disfunzioni cardiache sono i casi maggiormente riscontrati.

Ma recentemente, è stata accertata la relazione con un altro problema di salute, solo apparentemente “distante” dal controllo della glicemia: le apnee notturne, un disturbo del sonno piuttosto grave e serio.

In questo caso, ci riferiamo alla Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, anche detta OSAS. Veri momenti di soffocamento notturno, molto frequente nei russatori.

Perché diabete e apnee notturne sono collegati?

Secondo le ricerche più recenti, questo disturbo del sonno - l’OSAS - è presente nel 71% delle persone che soffrono di diabete di tipo 2, contro un’incidenza molto minore nel resto della popolazione, che si attesta tra il 4 e il 10%.

Coloro che soffrono di diabete di tipo 2 sono dunque anche a concreto rischio di apnee notturne. Come se ciò non bastasse, le apnee peggiorano la gestione del diabete, in quanto incrementano i livelli glicemici a digiuno e dopo i pasti. Ciò accade perché il meccanismo che permette di tornare a respirare dopo un’apnea, è lo stesso che fa aumentare la glicemia.

Trattamento e diagnosi

Un medico competente di Sonno e dei suoi disturbi, può determinare se si è in presenza di OSAS, individuarne la gravità e soprattutto stabilire una cura; questo avviene tramite la POLISONNOGRAFIA, un test che permette di identificare la presenza, il numero e la severità degli episodi di apnea notturna e di tante altre funzioni organiche nel sonno.

Come leggiamo anche nel libro "È facile dormire se sai come farlo", scritto dal Prof. Francesco Peverini, 2016 Ed. Rizzoli, un possibile trattamento per le apnee notturne è la CPAP.

"La CPAP (dall’inglese: Continuous Positive Airway Pressure) è utilizzata da circa trent’anni per il trattamento dell’OSAS: è la terapia ventilatoria che meglio riproduce l’attività respiratoria spontanea; non è invasiva ed i risultati possono essere importanti già dalla prima notte di terapia. L’azione svolta dalla CPAP, consiste nell’ insufflare aria a bassa pressione attraverso le narici, mediante una mascherina che copre il naso, oppure il naso e la bocca assieme. L’aria così indirizzata, formerà un canale incomprimibile che permette ai pazienti di respirare senza più avere ostruzioni notturne.

Esistono naturalmente anche altre terapie per l’OSAS (dalla dieta all'uso di particolari BITE, dalla correzione della posizione del corpo la notte, alla chirurgia multilivello - naso e faringe)."

I disturbi del sonno non vanno sottovalutati: oltre a compromettere già da soli la qualità della vita, possono essere la causa di molte altre patologie. Per questo, non bisogna rassegnarsi a vivere male. Respirare male la notte ed accumulare debito di sonno rischia di causare severe patologie cardiache e neurologiche.

Nel dubbio, è meglio chiedere al proprio medico di vedere uno specialista del sonno.

Per ogni domanda o curiosità sul sonno e i suoi disturbi, potete porre i vostri quesiti sulle pagine Facebook: POLISONNOGRAFIA oppure CENTRO MULTIDISCIPLINARE PER LA RICERCA E LA CURA DEI DISTURBI DEL SONNO o consultare il sito web www.polisonnografia.it

Esperto

Francesco Peverini internista, diabetologo, endocrinologo Prof.

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