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Dr. Antonio Radino

, Floridia 96014

Iniziare un percorso psicologico è utile non solo nei momenti difficili, ma anche quando si vuole lavorare sulla crescita personale e migliorare il proprio benessere emotivo.

07/12/2025

Esperienze

Sono uno psicologo clinico specializzato nel supporto a persone che attraversano momenti di difficoltà emotiva, relazionale o lavorativa. Offro uno spazio sicuro e accogliente, dove poter comprendere meglio sé stessi e sviluppare strategie concrete per migliorare il benessere.

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Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica
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1 recensione

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 34 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su Ansia

Salve, sono una ragazza di quasi 25 anni, sono una studentessa ormai fuoricorso da 3 anni. Ho sempre studiato e devo essere onesta anche con buoni risultati, però sono rimasta indietro a causa della mia ansia non riuscendo a dare più di 3/4 esami all'anno fino poi a bloccarmi del tutto per 2 anni in cui, pur preparandomi per gli esami, non sono mai riuscita a presentarmi. Quest'estate per la prima volta sono tornata a dare un esame e ho preso anche 30, sul momento mi sono emozionata ed ero soddisfatta, però poi dal giorno successivo già ero in pensiero per gli altri esami da recuperare e i tirocini. A settembre dovevo dare un esame, ma il giorno prima, come è capitato qualche altra volta, ho avuto crisi di pianto, forte ansia e sensazione di non ricordare nulla, per questo non mi sono presentata più all'esame. In 6 anni di università non ho mai preso in considerazione la rinuncia agli studi come oggi, non so più se voglio questa laurea, se la laurea stessa presa con tutte queste difficoltà abbia un senso. Ad oggi se mi fermo a pensare, non riesco neanche ad immaginarmi a dare ad esempio alcune tipologie di esami oppure non mi immagino nel contesto di tirocinio. Essendo fin dai tempi della scuola quella brava della classe, della mia famiglia stessa, non ho mai immaginato la mia vita senza studio, ma ad oggi mi sento arrivata al limite, ma al tempo stesso ho paura del futuro che mi aspetta non avendo un piano B. Mi sento in una situazione terribile di stallo e non so come muovermi per uscirne, ho paura di parlarne con i miei genitori perché temo saranno molto delusi da me oppure temo di non essere presa sul serio/che non mi capiscano. Mi sento inadatta alla vita sotto tanti punti di vista, è come se non mi sentissi all'altezza del vivere stesso. A volte guardo sui social miei ex compagni di scuola, vecchi amici, e li vedo realizzati, vedo che tutti sono andati avanti, io invece sono rimasta immobile. L'immagine più adatta per descrivere come mi sono sentita negli ultimi anni credo sia quella delle sabbie mobili. Tante volte ho pensato di intraprendere un percorso psicologico, però non saprei neanche come spiegare alla mia famiglia, che ha già tanti pensieri, la mia necessità. Ultimamente informandomi un po' sul servizio che potesse essere più adeguato alla mia situazione, ho notato anche di avere moltissime caratteristiche riconducibili al DOC, ci sono cose che faccio/penso da anni e anni pensando semplicemente di essere una persona un po' strana, ma che in realtà non sono "normali" e che ad essere sincera ultimamente sento peggiorate. A volte ho anche paura di parlarne, perché dire a voce alta le cose che vivo in relazione al DOC mi fa paura, ne ho vergogna, ho paura di sembrare pazza ad uno sguardo esterno. Non so, spero che qualcuno sappia consigliarmi come muovermi in questa situazione, perché mi sento troppo sopraffatta da tutto e ho paura di aver rimandato già per troppo tempo la mia richiesta di aiuto e di conseguenza di non poterne più uscire. Grazie.

Ciao, comprendo bene la tua richiesta. Il mio consiglio è quello di confidarti con la tua famiglia e i tuoi amici più cari su quello che provi nel periodo precedente gli esami. Aggiungo che sarebbe meglio che tu ti aprissi anche su quelle che definisci caratteristiche riconducibili al DOC. Parlarne con qualcuno può aiutarti a liberare la tua ansia e affrontare meglio le sfide che la vita pone. Però non temporeggiare, fallo adesso. Riuscirai a gestire i sintomi e le tue preoccupazioni gradualmente.

Dr. Antonio Radino

Domande su Ansia

Buongiorno, scrivo perché non riesco a uscire da questa fissa e non sono più tanto serena.
Ho appena vent'anni e sono in un periodo transitorio e di trasformazioni nella vita, perché ho cominciato l'università e sto piano piano costruendo il futuro.
Fatto sta che ho cominciato a pensare alla morte: improvvisamente mi è venuto in mente come fosse una minaccia. Ho cominciato a immaginare cose e situazioni tragiche. Sono sempre stata conscia della sua esistenza ma l'ho sempre presa con filosofia e serenità fino a che non è arrivato questo periodo, dove ho paura che mi capiti qualcosa, a me o ai miei cari. Quando cerco di fare altro spesso e volentieri la mia mente ci ricade, come se avessi il "dovere" di pensarci. Tutto ciò mi fa star male perché io ho sempre valorizzato il presente fino a questo momento. Cerco di non pensare a quando e come sarà perché il pensiero mi dà una terribile angoscia, ma il pensiero della sua esistenza mi passa per la mente spesso. Per ora grazie a dio sono in salute e non dovrei temere chissà cosa, visto che ho fatto varie analisi e controlli, però l'incertezza mi opprime lo stesso. Mi è tornata l'ipocondria che era rimasta sopita da un po' di tempo e non ha fatto che peggiorare la situazione. Da una settimana ho il sonno disturbato perché di notte mi vengono pensieri intrusivi. Ho un umore che oscilla istericamente e posso passare da essere lucida al piangere al ridere in un'ora. In un momento posso pensare a questo con lucidità e dopo cinque minuti potrei cominciare a piangerci su. Come posso risolvere? Grazie

Salve, spesso proprio nei periodi di transizione come quello che descrive (l’inizio dell’università, nuove responsabilità, costruzione dell’identità adulta), può emergere in modo più intenso la consapevolezza della fragilità e del limite umano, e quindi anche il pensiero della morte. Quando diventano insistenti e generano sofferenza, come nel suo caso, con ansia, ipocondria o disturbi del sonno, è importante prendersene cura, senza colpevolizzarsi. Il fatto che lei si renda conto della loro natura intrusiva e che provi a osservarli con lucidità è già un fattore positivo. Le consiglio di confidarsi con un amico/a o rivolgersi ad uno specialista e di non addossarsi tutte le responsabilità familiari e universitarie perché rischia di peggiorare la sua situazione. Dedichi un po' di tempo per lei (attività fisica, uscite ricreative, viaggi). Con il giusto supporto, questo periodo può diventare un passaggio importante verso una consapevolezza più matura e serena.

Dr. Antonio Radino
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