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Dott. Antonio Becattini cell. 3387150155
L’approccio ad orientamento breve strategico, mi permette di intervenire in modo mirato su alcune p...

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C
Presso: Studio Arezzo psicoterapia individuale

Cortese, sempre puntuale e disponibile ho ricevuto un servizio competente e raro. Lo consiglio senz’altro. Grazie

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno ho 30 anni. All'età di 17,a seguito di alcuni attacchi di panico,ho cominciato a soffrire di derealizzazione, nei primi anni in modo fluttuante.Da circa 4 anni il sintomo è costante h 24.
Non so perché ho ignorato il problema tanto a lungo, forse speravo passasse. Ora mi ritrovo a 30 con un lavoro che non mi soddisfa, scelto quasi a caso in un periodo di derealizzazione intensa e sono in attesa del mio primo figlio..sono angosciata perché so che proverò anche nei suoi confronti il distacco emotivo che caratterizza ormai ogni aspetto della mia vita.
Credo anche che 30 anni siano troppo pochi per arrendersi.
Vi chiedo quindi di darmi qualche consiglio sulla direzione da poter prendere.
Grazie

Gentilissima la sua problematica ha bisogno di un approfondimento importante e le consiglio, come altri colleghi una visita presso uno psicoterapeuta per iniziare un percorso di terapia a lungo termine per evitare la cronicizzazione del disturbo. Poi vedrà il terapeuta se c'è bisogno anche di un farmaco.
Saluti
Dott. Antonio Becattini

Dr. Antonio Becattini

Gentili Dottori,ho trascorso un'infanzia felice circondata dalla famiglia e amici.Nell'estate successiva alla terza superiore,durante una vacanza studio all'estero, la prima trascorsa senza la mia famiglia,ho avuto il mio primo attacco di panico.;ho poi vissuto settimane successive di vacanza in uno stato di profonda ansia/angoscia e pensieri riguardanti il senso della vita e l'ineluttabilità della morte.Rientrata a casa la situazione non è tornata subito alla normalità come speravo,ma solo dopo alcuni mesi di frequenza scolastica (la scuola mi è sempre piaciuto molto).Sono stata bene, felice, per i 2 anni successivi.Nell'estate della maturità, a seguito di una piccola delusione sentimentale, sono ricaduta negli attacchi di panico e nel senso di vuoto e angoscia.Con l'inizio dell'università le cose sono andate meglio,con un andamento fluttuante,per cui mi sono rivolta ad uno psichiatra che mi ha prescritto paroxetina,che ho assunto per circa due anni,sulla base di una diagnosi di disturbo d'ansia generalizzata.Sono di fatto stata meglio,anche se,riflettendoci ora,mi sembra che le emozioni vere e spontanee non siano mai davvero tornate.Ma ho condotto comunque una vita universitaria piena,senza negarmi uscite o feste,studiando con buon profitto e creandomi un buon gruppo di amici. L'ansia/angoscia/distacco dalle emozioni si è ripresentata al termine dell'università,mi sono quindi rivolta a una psichiatra specializzata in disturbi dell'umore che mi ha diagnosticato una distimia,giudicata lieve,e mi ha consigliato un percorso di psicoterapia;di fatto questo è durato pochi mesi, perché,e me ne rendo conto ora,non avevo nessuna fiducia o desiderio di investirci del tempo,anzi aumentava il mio senso di irritazione. Con l'inizio del lavoro le cose sono poi andate progressivamente migliorando.
Oggi a 31 anni,con il mio ragazzo da 10 anni,in attesa del nostro primo bambino,mi sento sprofondare in un baratro.È come se all'improvviso aver vissuto così tutti questi anni non avesse avuto senso.Mi sento un'automa o come se fossi congelata.Non provo più nessuna emozione,se non una profonda angoscia con crisi di pianto.Non ho nessun interesse verso nulla,non desidero fare nulla.Ho già un appuntamento con uno psichiatra per capire come intervenire dal punto di vista farmacologico.Però quello che davvero non sopporto,la mia paura più grande,è il senso di distacco verso questo bambino che ho tanto desiderato e immaginato.Ho paura di non riuscire a provare più sentimenti umani e da madre.Sono sinceramente disperata,confusa e non riesco a ragionare con lucidità.Per questo vi chiedo per favore di avere intanto la pazienza e la gentilezza di leggere tutto questo lungo testo e poi di indicarmi,con tutti i limiti di un consulto online, dov'è la luce in fondo a questo tunnel.se magari avete avuto pazienti con storie simili.se esiste una psicoterapia migliore di un'altra.io non posso rassegnarmi a vivere tutta la vita così e sono disposta davvero a fare qualsiasi cosa. Grazie

Gentilissima lei sta attraversando un momento piuttosto delicato e le consiglierei di intraprendere con fiducia un nuovo percorso psicoterapeutico compreso, se necessario, un sostegno farmacologico. Gli approcci psicoterapeutici non sono tutti uguali importante è trovarsi bene con lo psicoterapeuta ed io per la sua problematica consiglierei una psicoterapia del profondo.
Cordiali saluti

Dr. Antonio Becattini

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