Esperienze

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è una metodica scientificamente valida che aiuta a comprendere come i pensieri influenzino le emozioni e i comportamenti. Utilizzando la CBT, è possibile lavorare in modo pratico e diretto sui problemi, fornendo strumenti concreti per gestire le difficoltà psicologiche. Questo approccio consente di sviluppare nuove strategie per affrontare le sfide quotidiane e promuove un cambiamento duraturo. Ho pubblicato diversi studi, contribuendo attivamente alla ricerca e alla pratica nel mio campo.
Ho maturato una significativa esperienza nel trattare pazienti oncologici e le loro famiglie, affrontando le complesse dinamiche emotive e psicologiche che emergono in queste situazioni difficili. Credo fermamente nel diritto di ogni individuo a vivere una vita piena e soddisfacente. Con un approccio terapeutico personalizzato, mi impegno a rispondere alle esigenze specifiche di ogni persona.
Esperto in:
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
- Psicologia cognitiva
- Psicologia della salute
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Am.
Ho avuto un periodo difficile a lavoro e non sapevo come gestirmi. Poi ho deciso di chiedere aiuto a uno psicologo, e devo dire che è stato un cambiamento incredibile nella mia vita. Sono davvero grato per il suo supporto. Lo consiglio a chiunque abbia bisogno di aiuto
Christian
Mi dicono che sono ipocondriaco
Mi sono accorto che é vero.
La mia stanza é piena di medicine inutili adesso lo so
Dopo essere andato in terapia dal dottore mi ha spiegato quello che mi succede e sono migliorato e continuo a migliorare
Parenti più sereni e anch'io
Grazie dott.
Ci vediamo in studio
Lo consiglio vivamente!
Micol
Sono sola da quando mia sorella si è sposata e si è trasferita in un'altra città, e i nostri genitori non ci sono più… Mi sento tesa e giù, lavoro da ingegnere e i ritmi non aiutano. Così ho deciso di contattare il dottore. È davvero empatico e professionale, mi sono subito sentita a mio agio. Consigliatissimo
Tortona M.
Non faccio altro che compatirmi, piangermi addosso e disperarmi da quando la mia ragazza mi ha lasciato. Non esco più di casa, ho paura, oggi ho scoperto che si tratta di ansia. Abbiamo consultato il dott Boggero guidati dalle risposte che da sul forum di Mio Dottore perché spesso alcune corrispondevano alla mia situazione.
Sono riuscito ad andare nel suo studio (prima volta per me)… non me ne pento, mi sono sentito davvero accolto e capito, finalmente so che quello che sento ha un nome e si può affrontare
Davide
Non solo mi ha fatto sentire subito a mio agio, ma è stato anche molto disponibile a cambiare l'impostazione delle sedute affinché potessi trarre il meglio da questo percorso. Consigliatissimo.
V. Fe.
Avevo paura a uscire di casa perché la gente mi metteva ansia…
Da quando ho iniziato il percorso con il Dottore é come se avessi iniziato a respirare uscendo poco alla volta fin dai primi colloqui
Non posso che ringraziare immensamente
Ci vedremo nel suo studio!
Jacopo
Mio padre é così ansioso che non ne posso più, per qualunque cosa anche futile va in crisi e non ha senso ridursi così
Non so come gestire la cosa
Così abbiamo deciso di andare insieme in terapia
Il dott Boggero é paziente e sa quello che fa infatti stiamo migliorando comunicazione e rapporto
Risposte ai pazienti
ha risposto a 947 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, ultimamente sto passando un periodo un po’ stressante che mi porta ad avere problemi di digestione, quindi il reflusso come posso comportarmi per trovare sollievo da stress é ansia,
Grazie, attendo risposta
Salve, capisco quanto possa essere frustrante e debilitante sentire che lo stress e l’ansia stanno avendo un impatto diretto sul suo corpo, in particolare sulla digestione e sul reflusso. È importante sapere che esiste una forte connessione tra mente e corpo, e che i disturbi gastrointestinali, come il reflusso, spesso possono essere amplificati o addirittura innescati da uno stato di stress prolungato. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, uno degli aspetti centrali è imparare a riconoscere i pensieri e i meccanismi che alimentano lo stato d’ansia e a intervenire su di essi per ridurre il loro impatto. Ad esempio, può essere utile prestare attenzione ai momenti in cui lo stress aumenta: ci sono situazioni particolari, pensieri ricorrenti o preoccupazioni specifiche che innescano o peggiorano il suo stato emotivo? A volte, l’ansia viene alimentata da un dialogo interiore negativo, fatto di pensieri automatici catastrofici o giudicanti. Identificarli e sostituirli con pensieri più funzionali può aiutarla a ridurre l’attivazione fisiologica che contribuisce al reflusso. Anche il modo in cui respiriamo ha un grande impatto sul nostro stato emotivo e fisico. Tecniche di respirazione diaframmatica possono essere particolarmente utili per ridurre la tensione a livello gastrico e promuovere un senso di rilassamento. Provi a prendersi alcuni minuti al giorno per dedicarsi alla respirazione lenta e profonda, concentrandosi sull’addome che si espande e si contrae, piuttosto che sul respiro superficiale che coinvolge solo il petto. Questo tipo di respirazione aiuta a stimolare il sistema nervoso parasimpatico, che contrasta gli effetti dello stress sul corpo. Allo stesso tempo, potrebbe essere utile trovare delle attività che la aiutino a scaricare la tensione in modo sano. L’attività fisica, anche una semplice passeggiata, può favorire il rilassamento muscolare e migliorare la digestione. Il movimento regolare, oltre ad aiutare il corpo a gestire meglio lo stress, favorisce anche una migliore motilità intestinale e una riduzione della tensione accumulata nello stomaco. Se si rende conto che ci sono pensieri persistenti che la preoccupano, potrebbe essere utile adottare strategie di gestione cognitiva, come la tecnica della “sedia dell’osservatore”: provi a immaginare di guardare i suoi pensieri da una prospettiva esterna, senza lasciarsi trascinare da essi, come se fossero nuvole che passano nel cielo. Questo approccio può aiutarla a ridurre l’impatto emotivo dello stress e a gestire meglio le reazioni del corpo. Dal punto di vista pratico, può essere utile anche prestare attenzione a ciò che mangia e a come mangia. Lo stress spesso porta a una digestione più difficoltosa perché, quando siamo in uno stato di allerta, il nostro organismo tende a deviare l’energia dalle funzioni digestive per concentrarla su quelle di sopravvivenza. Mangiare lentamente, evitando pasti abbondanti e cibi che possano irritare lo stomaco, può aiutarla a ridurre il reflusso. Se sente che lo stress e l’ansia continuano a incidere sul suo benessere fisico, potrebbe essere utile valutare un percorso di supporto psicologico per lavorare in modo più mirato su questi aspetti. A volte, anche solo poter parlare con qualcuno che la guidi nell’esplorare le sue emozioni e nel trovare strategie su misura può fare una grande differenza. Nel frattempo, si conceda la possibilità di ascoltare il suo corpo e di trattarsi con gentilezza. Il solo fatto che stia cercando soluzioni è un segnale positivo: significa che ha già iniziato un percorso di maggiore consapevolezza e di cura di sé. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero

Mia madre è morta 10 giorni fa,dopo 14 anni di malattia che pian piano l'ha logorata...le ho dedicato la mia vita,con amore e dedizione,me ne sono sempre occupata io...ma non riesco a ricordare quello che facevamo,ci provo ma non ci riesco,o per lo meno,non come immaginavo...ho avuto paura ogni singolo giorno di perderla ed adesso che l'ho persa mi sento come svuotata,anche dei nostri ricordi...mi sento vuota,ma il mio cervello non riesce a ricordare granché della nostra vita di prima,sembra fermo a quel maledetto giorno in cui mi è praticamente morta tra le mani(anche se in realtà è morta in ospedale,ma avendo perso conoscenza per me è così che è andata).Mi manca immensamente,ma voglio ricordarla,voglio piangere,voglio disperarmi...l'ho fatto ma secondo me non abbastanza.E mi sento in colpa.Credo sia un modo per non soffrire.Ma mi sembra sbagliato.
Le sono profondamente vicino in questo momento di dolore. La perdita di una madre, soprattutto dopo un percorso lungo e faticoso come quello che ha vissuto, è un evento che scuote profondamente, lasciando un senso di vuoto difficile da colmare. Quello che sta provando è del tutto naturale: il suo cervello e il suo cuore stanno cercando un modo per elaborare un dolore così grande, e ognuno lo fa a modo suo, con tempi e modalità differenti. Non riuscire a ricordare come vorrebbe non significa che i ricordi siano andati persi. È probabile che il suo cervello, in questo momento, sia ancora in uno stato di difesa e stia cercando di proteggerla dall'ondata emotiva che potrebbe travolgerla. Il trauma della perdita recente, il dolore che ha vissuto nel vederla spegnersi, hanno lasciato un segno profondo, e può darsi che al momento la sua mente sia rimasta agganciata a quel momento, come se fosse l’unica realtà possibile. Ma i ricordi della vita insieme, quelli pieni di amore e di significato, non sono scomparsi: sono lì, solo che ora potrebbero essere avvolti da una nebbia di dolore che li rende meno accessibili. Si dia tempo. La memoria è qualcosa di vivo, e spesso i ricordi tornano quando meno ce lo aspettiamo: attraverso un profumo, una canzone, un gesto quotidiano. Piuttosto che forzare il ricordo, provi ad accoglierlo quando arriva, senza giudicare se sia sufficiente o meno. Anche il senso di colpa che prova è una reazione comune: ha dato tutto per sua madre, ha vissuto con la costante paura di perderla, e ora che quella paura è diventata realtà, la sua mente sta cercando un modo per dare un senso a ciò che è accaduto. Forse si aspettava di disperarsi di più, di piangere in modo più intenso, come se il dolore dovesse essere dimostrato in una certa maniera. Ma il lutto non segue schemi prestabiliti, né ci sono modi "giusti" o "sbagliati" di soffrire. Potrebbe aiutarla a scrivere qualche pensiero su di lei, magari un ricordo alla volta, senza pressione. Anche guardare foto, ascoltare la sua voce se ne ha una registrazione, o semplicemente sedersi in un luogo che le ricorda sua madre potrebbe aiutarla a far riaffiorare i momenti belli. Ma se tutto questo ora le sembra troppo, non c’è nulla di sbagliato nel concedersi una pausa dal dolore. Non significa che l’abbia dimenticata o che non le importi abbastanza. Significa solo che il suo cuore e la sua mente stanno cercando di gestire una perdita enorme nel miglior modo possibile. Se sente che il senso di vuoto e la difficoltà a ricordare persistono per molto tempo e le impediscono di elaborare il lutto, potrebbe essere utile cercare un supporto esterno, come un professionista che possa aiutarla a dare voce e spazio alle sue emozioni. Ma per ora, si conceda il diritto di sentirsi come si sente, senza giudicarsi. Il dolore cambierà forma con il tempo, e i ricordi, torneranno a farle compagnia. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero

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